Per Alex Zanardi non si promettono tempi troppo buoni. A dirlo il professore Paolo Maria Rossini responsabile del Dipartimento neuroscienze dell’Irccs San Raffaele Roma
Venerdì scorso è iniziata la riduzione della sedazione farmacologica. Rimane nei medici però ancora forte la preoccupazione anche per i possibili danni neurologici riportati dopo l’incidente del 19 giugno, perché anche se la prognosi resta riservata, sappiamo che il quadro clinico di cuore e polmoni rimane stabile, mentre quello neurologico è tuttora grave.
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Si sta valutando anche il possibile trasferimento di Alex Zanardi in una clinica all’estero per la riabilitazione ma bisognerà aspettare di vedere come lo stesso Alex reagirà alla terapia nelle prossime settimane. “Questa è una situazione post-traumatica molto pesante, lui è stato in coma per un mese – parla al quotidiano La Stampa il professor Paolo Maria Rossini, responsabile del Dipartimento neuroscienze e neuroriabilitazione dell’Irccs San Raffaele Roma – per cui i primissimi giorni dopo il risveglio dalla sedazione profonda saranno cruciali per capire quale futuro lo attende: se ci sarà un recupero rapido di contatto con l’ambiente, se reagirà agli stimoli, allora sarà già una magnifica notizia. Nel caso in cui invece questo contatto non si stabilisse subito, c’è il rischio di rimanere come Schumacher”.
Il professor Rossini parla ovviamente senza conoscere l’esito della nuova terapia ma non può negare che l’impatto di Zanardi contro il camion sia stato violentissimo.
“I lobi frontali potrebbero essere stati bersaglio dell’impatto – spiega ancora Rossini – in più, c’è stato anche un impatto di rimbalzo che potrebbe aver danneggiato altre parti. E se nella scatola cranica fosse rimasto del liquido, che espandendosi creerebbe una pressione, i danni sul cervello potrebbero essere molti”.
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Non si esclude uno stato vegetativo del campione: “Zanardi ha avuto molte fratture in faccia e le ossa, rompendosi, potrebbero aver danneggiato i nervi del cranio, che sono fondamentali per le funzioni che svolgono. Se non dovesse rispondere subito agli stimoli, allora dobbiamo iniziare a pensare a una situazione molto grave di stato vegetativo”.
Ovviamente la famiglia e gli amici di Alex gli sono vicini e sperano che si possa svegliare autonomamente grazie alla nuova terapia attuata in ospedale a Siena. L’Italia intera però spera in un secondo miracolo per lui.
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