Un’interessante ricerca americana condotta mediante l’app Covid Symptom Tracker evidenzia i sintomi del Covid che potrebbero portare complicanze.
Una ricerca pubblicata recentemente su MedRxiv potrebbe aiutare i medici a capire in anticipo se il paziente affetto da Covid svilupperà sintomi gravi. Lo studio è stato condotto dal King’s College London su un totale di quasi duemila pazienti (1.653, per l’esattezza) ed ha visto anche la partecipazione di studios di altre università.
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Covid, l’app Covid Symptom Tracker potrebbe risultare utile?
Secondo quanto spiegato dal Guardian, i ricercatori hanno utilizzato un algoritmo per elaborare i dati provenienti dall’app, lanciata nel marzo scorso. I pazienti sono stati raggruppati in sei “cluster”, vale a dire in dei gruppi, a seconda dei sintomi riportati e della percentuale di pazienti che, all’interno di ogni cluster, si è poi aggravata. Qui di seguito i dati della ricerca:
- Cluster 1: sintomi del tratto respiratorio superiore (es. tosse). il 16% ha richiesto cure ospedaliere, ma solamente l’1,5% ha avuto bisogno di supporto respiratorio.
- Cluster 2: sintomi del tratto respiratorio superiore con aggiunta di febbre e generale inappetenza. In questo caso, il 4,4% ha avuto bisogno di supporto respiratorio.
- Cluster 3: sintomi gastrointestinali (es. diarrea). Quasi il 24% ha richiesto cure ospedaliere, ma solamente il 3,7% ha riscontrato veri e propri problemi respiratori.
- Cluster 4: primi segni di grave affaticamento, tosse e dolore al torace. L’8,6% dei pazienti ha avuto bisogno di un respiratore ed il 23,6% di un ricovero.
- Cluster 5: disorientamento, dolori al torace e grave affaticamento. Rimane sempre attorno al 24% la necessità di cure ospedaliere per questo gruppo, ma sale a 9,9% quella di ossigeno.
- Cluster 6: questo gruppo presentava una combinazione di tutti i sintomi sopra elencati. Quasi il 20% dei pazienti ha necessitato di ossigeno ed il 45,5% di cure ospedaliere. Sono stati 167 in tutto i pazienti gravi.
La ricerca non è ancora stata sottoposta a revisione paritaria ed i ricercatori stessi mettono in guardia chiunque creda di potersi affidare unicamente all’intelligenza artificiale. Nondimeno, progetti come questi possono sicuramente affiancare altri tipi di ricerche laboratoriali.
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