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Recovery Fund, c’è l’accordo: all’Italia la somma più alta | Conte “Giornata storica”

Il Recovery Fund riceve il sì da parte dei 27 Stati membri. Al nostro Paese, primo beneficiario, vanno 209 miliardi che serviranno per “cambiare volto al nostro Paese” secondo il premier

I leader europei (foto dal web)

In Europa arriva finalmente l’accordo sul Recovery Fund. Dopo lunghe, intese e serrate trattative all’alba è arrivato il sì e il via libera al testo. I negoziati sono stati duri tra i leader europei che riuniti da venerdì scorso, dalle 5 del mattino, hanno finalmente trovato la quadra dopo l’ennesima trattativa.

Acclamazione e applauso scrosciante per il testo che più volte ha rischiato di rivelarsi un fallimento. L’ultimo compromesso proposto dal presidente Charles Michel ha avuto il sì così da mettere d’accordo tutti i 27 i Paesi dell’Unione. Il piano da 750 miliardi pensato per salvare i Paesi più colpiti dal Covid vede così la luce. Un’incente somma di liquidità che arriverà agli Stati da Bruxelles tramite gli Eurobond.

Un risultato storico per l’Unione Europea che con questa decisione cambia decisamente passo per quelle che sono state fino ad ora le politiche economiche comunitarie. Il vertice per il Recovery Fund si attesta come il più lungo nella storia dell’Unione superando il record di quattro giorni e quattro notti di trattative che si erano svolti nel vertice di Nizza del 2000.

Recovery Fund, le cifre per l’Italia

Conte e Macron

Il Recovery Fund con i suoi 750 miliardi comincia a decollare. Di questi 390 miliardi riguardano gli aiuti a fondo perduto a sostegno dei Paesi più colpiti dall’emergenza Coronavirus, mentre 360 miliardi saranno di prestiti. Il Bilancio Ue è così fissato a 1.074 miliardi.

All’Italia va la somma più cospicua degli aiuti europei, piazzandosi così davanti alla Spagna, che acquista così 209 miliardi. Questi soldi inizieranno ad arrivare nel secondo trimestre del 2021.  All’ultimo però i leader europei di comune accordo hanno deciso che potranno essere usati retroattivamente.

L’Italia avrà però dei paletti sull’uso dei finanziamenti e sarà una sorvegliata speciale. Alle battute finali non è mancato l’ennesimo scontro tra Conte e Rutte che ha costretto il presidente a interrompere di nuovo la seduta e a scortare i due leader in una stanza separata rispetto a Merkel e Macron. Alla fine l’intesa è arrivata.

Leggi anche —> Recovery Fund, Rutte: “La trattativa potrebbe ancora fallire”

Recovery Fund, la gioia e la soddisfazione di Conte

“Giornata storica per l’Europa, e per l’Italia!” scrive il presidente del Consiglio Giuseppe Conte questa mattina su Facebook. Un esulto e un grido di liberazione dopo le difficili trattative di questi gironi. “Siamo soddisfatti, abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso” le sue prime parole in diretta da Bruxelles. Un piano che consentirà all’Italia di affrontare la crisi “con forza ed efficacia”.

La convinzione e la visione portata avanti in questi mesi, dice Conte, oltre che la determinazione con cui l’obiettivo è stato portato avanti sono stati premiati. Un piano di rilancio consistente lo definisce il premier e il 28% andrà all’Italia che ha visto migliorare la dotazione rispetto alla proposta originaria della Commissione Europea.

Giuseppe Conte esulta per l’approvazione (foto Facebook)

“Avremo una grande responsabilità” con tutti questi soldi ammette il premier che serviranno per “cambiare volto al nostro Paese”.

Le disposizioni per l’Italia e non solo

Come dunque l’Italia potrà usare questi soldi? Secondo quanto stabilito ogni Stato il prossimo autunno dovrà proporre il proprio piano nazionale di riforme alla Commissione che deciderà se accettarlo o meno in base ad alcuni paletti: rispetto di politiche verdi, digitali e delle raccomandazioni Ue 2019-2020. Per l’Italia entrano in campo anche riforme di pensioni, lavoro, giustizia, pubblica amministrazione, istruzione e sanità.

Leggi anche —> Vaccino Covid-19, sperimentazioni avviate in Russia: i dettagli

Ci sarà anche il giudizio di alcuni ministri a maggioranza qualificata così come ha voluto Rutte. Si tratterà di un gruppo di Paesi che rappresenterà il 35% della popolazione che potrebbe opporsi. A questa decisione Conte non è riuscito ad imporre il suo no come anche nei confronti del “Super freno d’emergenza” imposto sempre da Rutte che impone un controllo da parte sherpa dei ministeri delle Finanze della zona euro (Efc) sugli obiettivi intermedi del Piano di riforme nazionale prime dell’esborso della liquidità.

🔴 Accordo concluso al Consiglio europeo. In diretta da Bruxelles 🔴

Pubblicato da Giuseppe Conte su Lunedì 20 luglio 2020

 

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