A Piacenza è in corso un’indagine senza precedenti: la caserma della stazione Levante di via Caccialupo è stata sequestrata e 10 militari sono finiti in carcere o ai domiciliari
Arresti illegali, spaccio di stupefacenti, estorsioni, violenze e ritorsioni: è quanto portato alla luce dall’operazione denominata “Odysseus”, coordinata dalla Procura di Piacenza, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle della città, in collaborazione con la guardia di finanza di Fiorenzuola d’Arda. L’operazione – come riporta il quotidiano online IlPiacenza – ha portato ad un’ordinanza di custodia cautelare personale e reale emessa nei confronti di 22 soggetti, tra i quali figurano 6 militari dell’Arma dei carabinieri e un militare del Corpo.
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L’inchiesta – spiega ancora IlPiacenza – è iniziata grazie al racconto di un ufficiale dell’Arma non coinvolto che ha illustrato spontaneamente alla polizia locale quanto stava accadendo all’interno della caserma di via Caccialupo.
I soggetti coinvolti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, delle ipotesi di reato di peculato, abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, lesioni personali aggravate, arresto illegale, perquisizioni ed ispezioni personali arbitrarie, violenza privata aggravata, tortura, estorsione, truffa ai danni dello Stato, ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
A Piacenza, in pieno lockdown, fornivano droga agli spacciatori rimasti senza
“Mentre la città contava i tanti morti del coronavirus, questi carabinieri approvvigionavano di droga gli spacciatori rimasti senza stupefacente a casa delle norme anti Covid”. Lo ha affermato quest’oggi il capo della Procura di Piacenza, Grazia Pradella, illustrando i dettagli dell’operazione che ha portato al sequestro dell’intera caserma Levante di Piacenza e all’arresto di sette dei suoi carabinieri. Sei sono in carcere e uno, sembrerebbe essere il maresciallo che comanda la stazione, agli arresti domiciliari.
Le intercettazioni cui i carabinieri sono stati sottoposti per oltre sei mesi (75mila tra telefoniche e ambientali) dicono dell’assenza di scrupoli del loro agire. Un modo di operare criminale, o “un’associazione a delinquere” che gli stesso carabinieri amavano definire tra loro “come Gomorra”.
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Uno dei carabinieri arrestati, in una conversazione captata in auto, ne descrive la tipologia: “In poche parole abbiamo fatto una piramide: sopra ci stiamo io, tu e lui… ok? Noi non ci possono… noi siamo irraggiungibili“. E ancora, da una seconda intercettazione: “Hai presente Gomorra? Le scene di Gomorra. È stato uguale e io ci sguazzo in queste cose. Tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato!“.
Il comandante provinciale di Piacenza: “Un colpo al cuore”
”Per noi è come un colpo al cuore. Da parte nostra c’è totale disponibilità a collaborare per fare piena luce sui fatti. Penso all’amarezza dei tanti miei uomini dediti con onestà e generosità al loro lavoro”. Lo ha dichiarato stamane Massimo Savo, secondo quanto riporta il quotidiano Libertà.
Il pm che si occupa delle indagini Grazia Pradella ha dichiarato nel corso della conferenza stampa in procura: “Le indagini patrimoniali hanno evidenziato un tenore di vita che mai avrebbe potuto essere appartenente all’Arma dei carabinieri“. Al carabiniere che si considerava al vertice della piramide, sono stati sequestrati una villa con piscina, un’auto di grossa cilindrata, una moto e 24 conti correnti.
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“Quello che la procura deve chiedersi – ha detto ancora Pradella – e che deve chiedersi anche l’Arma è come sia stato possibile che un appuntato dei carabinieri con un atteggiamento in stile Gomorra abbia acquisito tutto questo potere”.
“Chi sbaglia, paga: vale per tutti e ovviamente anche per chi indossa una divisa. Ma l’eventuale errore di pochi non sia la scusa per infangare donne e uomini in divisa che rappresentano una delle parti migliori del Paese. Troppo spesso abbiamo visto indagati con l’accusa di essere torturatori, poi assolti senza nemmeno una scusa“. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini a proposito dell’inchiesta.
Carabinieri coinvolti, disposti provvedimenti disciplinari
“In relazione all’inchiesta che ha interessato carabinieri in servizio a Piacenza è stata immediatamente disposta la sospensione dall’impiego nei confronti dei destinatari del provvedimento giudiziario, nonché la contestuale valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico“. Questa la nota rilasciata dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.
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L’Arma “conferma totale sostegno all’autorità giudiziaria“, sottolineando “come i gravissimi episodi oggetto di indagine siano ulteriormente aggravati dall’incommensurabile discredito che gettano sull’impegno quotidianamente assicurato dai carabinieri al servizio dei cittadini e a tutela della legalità“.
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