Vicenda carabinieri Piacenza, la magistratura vuole capire fino a dove i militari corrotti si sono spinti. A loro carico spuntano tante prove schiaccianti.
Continua a destare scalpore la vicenda dei carabinieri di Piacenza, corrotti al punto da arrivare a gestire un giro di spaccio di droga. Le intercettazioni ambientali e telefoniche del resto non lasciano dubbi. Sono oltre 75mila, raccolte negli ultimi 6 mesi e che portano a galla numerosi illeciti risalenti da almeno 3 anni.
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Adesso i militari infedeli si trovano tutti in carcere a Cremona. E ‘La Repubblica’ riferisce che alcuni di loro avrebbero ceduto ad una sorta di crisi isterica, con tanto di pianto. “Perché non immaginavano che avrebbero raggiunto un tale marcio. Diffusi anche i nomi. Loro sono Angelo Esposito, Salvatore Cappellano, Daniele Spagnolo e Giacomo Falanga. E con loro c’è l’appuntato riconosciuto come leader, tale Giuseppe Montella. Che secondo tgcom 24, nel corso degli ultimi anni aveva accumulato talmente tanti soldi da cambiare e scambiare bolidi su due e quattro ruote come se niente fosse. Inoltre avrebbe anche acquistato una lussuosa villa fuori Piacenza.
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Carabinieri Piacenza, gravissimi gli abusi perpetrati
I carabinieri corrotti devono rispondere di numerosi capi di imputazione, e si è sparsa anche la voce di un’orgia organizzata in commissariato. Le prove contro di loro sono numerosissime e tutte solide, tra intercettazioni telefoniche, foto realizzate di nascosto dagli inquirenti ed altro. Nella giornata di sabato 25 luglio proprio il leader, il 37enne appuntato Montella, presenzierà all’interrogatorio di garanzia. In manette sono finiti anche la compagna di quest’ultimo e tre fratelli, con i quali il gruppo dei carabinieri di Piacenza teneva gli illeciti affari inerenti il traffico di hashsih e, pare, anche di cocaina.
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La magistratura vuole capire anche se, tra gli abusi perpetrati, ci siano stati arresti indebiti avvenuti per ritorsione e per dare un atto di forza. Si teme infatti la presenza di innocenti in carcere.
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