Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi, venerdì 24 luglio, ha comunicato i numeri dell’epidemia da coronavirus in Italia tramite bollettino.
Appena reso noto l’aggiornamento quotidiano sull’epidemia da Covid-19 in Italia. Secondo i dati del Ministero della Salute, i casi di positività nel nostro Paese sono saliti a 245.590 (+252). Di questi risultano essere attualmente positivi 12.301 soggetti, ossia 103 in meno di ieri. Nuovo alleggerimento per i reparti di terapia intensiva, dove ad oggi sono ricoverati 46 pazienti in totale, ossia 3 in meno di ieri. Le persone guarite salgono a 198.192 con un incremento di 350 rispetto a ieri. Infine, purtroppo, si sono registrate nelle ultime 24 ore 5 vittime che portano il totale dei decessi in Italia a 35.097.
Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di giovedì 23 luglio
Il Ministero della Salute, come di consueto, nella giornata di ieri ha divulgato il bollettino sui dati dell’epidemia. I casi di contagio erano saliti a 245.338, così come gli attualmente positivi che risultavano essere 12.404. Crescita anche per i pazienti in terapia intensiva, ieri 49 i ricoveri in totale. Le persone guarite salivano a 197.842. Infine, il bilancio complessivo delle vittime in Italia saliva a 35.092.
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Coronavirus, bollettino: i numeri del Covid-19 in Italia nella giornata di mercoledì 22 luglio
Nella giornata di mercoledì i casi di persone positive ammontano a 245.032. Salivano nuovamente gli attualmente positivi che risultavano essere 12.322. Nuovo calo anche per i pazienti ricoverati in terapia intensiva: 41 in totale. I guariti derano 197.628. Infine, i decessi dall’inizio dell’emergenza erano 35.082.
Nelle note della tabella sanitaria si leggeva che la regione Abruzzo aveva sottratto 2 casi positivi erroneamente conteggiati nei giorni precedenti. La Basilicata, invece, comunicava che 33 dei 36 nuovi casi positivi erano stati riscontrati in un gruppo di migranti già sottoposti a quarantena.
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Covid-19, il professor Alberto Zangrillo: “Serve ottimismo”
Alberto Zangrillo ha inviato una lettera a Il Fatto Quotidiano nella quale rimarca i propri convincimenti. Il primario di terapia intensiva del San Raffaele, nelle scorse settimane, aveva già affermato senza non poche critiche che il virus era clinicamente morto. Oggi, in sostanza, lo ribadisce.
Zangrillo ha scritto: “Negli ultimi mesi, la principale causa di ricovero in ospedale di soggetti positivi avviene per patologie coesistenti e non per polmonite da Covid“. Il professore ha poi proseguito affermando che nel suo Ospedale si producono “evidenze” come testimoniato dalle numerose pubblicazioni in prestigiose riviste scientifiche. Vero che fuori dai confini italiani il quadro non è roseo ma ciò non deve assolutamente far smette di “nutrire fiducia e infondere ottimismo“.
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Covid-19, il direttore dell’Oms Ghebreyesus: “Non torneremo alla vecchia normalità”
Nella giornata di ieri, giovedì 23 luglio, il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha parlato in conferenza stampa dell’epidemia da coronavirus diffusasi a livello globale. Ghebreyesus ha affermato che questa pandemia ha sconvolta la vita e minato gli equilibri di miliardi di persone, molti dei quali costretti a rimanere in casa: “È comprensibile – ha aggiunto l’esperto, come riporta AdnKronos– che la popolazione voglia tornare alla propria vita, ma non torneremo alla ‘vecchia normalità’“. Parole forti quelle del direttore dell’Oms che ha voluto ribadire la portata dell’epidemia che si è diffusa in questi mesi e che, a suo avviso, ha cambiato il modo di vivere la vita.
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Il ministro Spadafora: “A settembre potremmo rivedere i tifosi negli stadi”
“Se la curva epidemiologica ce lo consentirà, a settembre si potrà tornare a vedere il pubblico negli stadi italiani, ovviamente non riempiendo le strutture come accadeva prima, ma rispettando alcune misure che sono allo studio proprio in queste ore“. Queste le parole del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ai microfoni del GR1 in relazione al ritorno negli stadi dei tifosi. Sostenitori che mancano nelle strutture sportive da prima del lockdown. Il campionato, difatti, si sta avviando alla conclusione con i match disputati a porte chiuse e con una serie di regole per i club che possano garantire la sicurezza per gli addetti ai lavori.
Il ministro ha poi parlato della situazione dei lavoratori sportivi, anch’essi colpiti dalla crisi provocata dal coronavirus. La speranza di Spadafora è quella di portare la riforma all’ultimo consiglio dei Ministri prima della breve pausa di metà agosto. “Il punto più rilevante –spiega Spadafora- riguarderà i lavoratori sportivi, per garantire loro tutele abbiano ed abbiamo una migliore definizione della governante tra Coni, Sport e Salute e tutte ulteriori nuove norme che riguardano le associazioni sportive dilettantistiche“.
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