Annualmente in Italia vengono immesse sul mercato illegalmente oltre 10 tonnellate di tonno rosso: questo il risultato di un’analisi condotta dal WWF.
Le autorità italiane, ogni anno, è impegnata nelle attività di sequestro di oltre 10 tonnellate di tonno rosso. L’ingente quantità di pescato illegale viene immesso sul mercato in barba alle regole vigenti. A denunciare la drammatica circostanza il WWF.
Leggi anche —> Il pesce più consumato sulle nostre tavole contiene microplastiche: scatta l’allarme
Il Sud Italia, in particolare la Sicilia, farebbe registrare il più alto numero di sequestri di carni di tonno rosso immesse illegalmente sul mercato. Questo quanto emerso da una recente analisi del WWF. Una pratica quella di pescare il pregiato animale che non solo metterebbe a repentaglio la specie, ma sarebbe deleteria per la salute dell’uomo. Lo scorso mese di gennaio proprio WWF ha presentato ricorso contro l’assegnazione del certificato di sostenibilità mondiale MSC ad una azienda del Sol Levante che appunto commercia tonno rosso.
Tornando all’analisi, nel dettaglio i dati riportati dal WWF mostrano come nell’arco di un anno i mesi più caldi per la pesca sono quelli primaverili di maggio e giugno. Inoltre delle complessive 43 operazioni di sequestro che hanno sottratto al mercato nero oltre 10 tonnellate di carne, ben 32 si sono registrate in Sicilia.
Giulia Prato, Marine Officer del WWF Italia, ha commentato lo sconcertante quadro. “La pesca illegale di tonno rosso è un dramma del nostro Paese. I dati che si evincono dai sequestri sono probabilmente solo una infinitesima parte della illegalità totale che insiste nell’attentare il recupero dello stock ittico più pregiato del Mar Mediterraneo, praticamente in via di estinzione. Occorrono – prosegue la Marine Officer- più controlli, soprattutto in mare, ma soprattutto multe più severe contro chi froda. Così facendo infatti, danneggia quei pescatori che invece hanno rispetto per la legge ed i consumatori“.
La messa in vendita di carne di tonno rosso, come anticipato, arreca anche danno alla salute dell’uomo. Si pensi che nell’arco di un anno sarebbero stati, riporta sempre WWF, ben 14 i casi di sindrome sgombroide. Inoltre, è non è da sottovalutare, che oltre il 40% del pescato sequestrato dalle autorità sarebbe stato da scartare e quindi non commestibile. Ciò probabilmente a causa del pessimo stato di conservazione.
Leggi anche —> Aumento di metano nell’aria: scoperta nuova causa
A rendersi autori dell’illegale commercializzazione, riferisce il WWF sarebbero i finti pescatori per hobby. Questi sarebbero dei soggetti non professionisti che si macchiano di un duplice comportamento contra legem: pescano con il palangaro (assolutamente proibito per la pesca ricreativa) e immettono sul mercato il pescato.
Se vuoi essere sempre informato in tempo reale, seguici sulle nostre pagine Facebook, Instagram e Twitter.
La primavera porta con sé un'atmosfera unica e magica, rendendo il momento ideale per esplorare…
La presenza di muffa sui muri è un segnale inequivocabile di un ambiente con un…
Nel vasto ambito dell’istruzione e del mondo accademico, gli studiosi svolgono un ruolo fondamentale nel…
Nel corso del tempo non è raro ritrovarsi a dover far fronte a qualche forma…
Quanto sono importanti i montascale per anziani e perché è fondamentale approfondire i benefici? Iniziamo…
Le temperature sono scese da poco ma tutti prima o poi sappiamo che ci troveremo…