Silvia Nair è una cantante, performer, musicista, autrice e compositrice di canzoni e colonne sonore per Cinema e documentari: è molto amata anche al di fuori dei confini nostrani
Quando si chiacchiera con Silvia Nair, cantante internazionale di successo, si è letteralmente rapiti dal suo stile e dai profondi contenuti delle sue parole così come sono profondi e intensi i suoi brani. Una voce che rapisce, ben quattro ottave di estensione, una potenza vocale e di animo che solo una grande donna, oltre che un’immensa artista, può avere.
A giugno di quest’anno è uscito il singolo di Silvia Nair “Ho visto un sogno” e il 23 luglio n’è stata diffusa la versione inglese, “Show me”. La canzone anticipa il disco di prossima uscita in autunno. Il primo album della cantante di Rovigo si intitola “Sunrise” ed è stato diffuso prima in Giappone nel 2005 poi in Italia e in altri Paesi dell’Asia. Nel nostro Paese è stato molto apprezzato anche il singolo “Show on now”, una hit che per ben tre anni è stata la soundtrack di un noto spot televisivo.
Il 5 giugno è uscito il tuo nuovo singolo, ‘Ho visto un sogno’. Forse ti risulterà particolare che a me il ritornello ha ricordato le musiche del gruppo metal sinfonico Nightwish: li conosci e ti sei ispirata a loro? Come nasce questo brano?
“Certo che li conosco. Non mi sono ispirata a loro però io sono un mix naturale di vari generi perché fin da bambina ho ascoltato diversa musica tra cui anche il rock inglese e americano. Ho una propensione quindi a fondere più generi, pop, rock e musica classica. I miei due produttori olandesi, tra cui Franck Van Der Heijden, un arrangiatore che, tra le altre cose, ha lavorato con Celine Dion, ha fatto gli arrangiamenti del penultimo album di John Legend e ha curato le ultime due hit postume di Michael Jackson. Essendo olandese, come anche Michael La Grouw, ama il rock e il metal sinfonico tra cui i Nightwish. Quindi, lavorando con questi produttori, è stata naturale la scelta del rock sinfonico. Il brano è nato una sera in cui io e Michael La Grouw eravamo negli studi di registrazione e lui si è messo al pianoforte e ha cominciato a intonare la melodia della strofa. Io sono andata all’altro pianoforte e l’ho sviluppata: a un certo punto abbiamo sentito il bisogno di una rottura. E così è nato l’inciso esplosivo. L’abbiamo fatta ascoltare a Van Der Heijden che subito ha detto che era proprio una canzone rock sinfonica con melodie metal, come hai detto tu. Il video è stato girato nei deserti di Fuerteventura, il messaggio è forte: attraverso i protagonisti e gli eventi del XX secolo, racconto la forza del sogno”.
Vanti collaborazioni internazionali con grandi della musica come Claudio Baglioni, Andrea Bocelli, Ron, Franco Battiato e Lucio Dalla: proprio del grande cantautore scomparso, qual è il ricordo più bello che hai?
“Ho le palle d’oca a parlartene. L’incontro magico è avvenuto la notte di San Lorenzo alla ‘Notte delle stelle’ nella Valle dei Templi di Agrigento nel 2007. Ero all’inizio della mia carriera. Lucio ha fatto un’ora indimenticabile di concerto e alla fine abbiamo cantato ‘La sera dei miracoli”, un’emozione fortissima. Abbiamo poi cantato anche ‘Caruso’. Lucio ha fatto cose immense, divertendosi come un bambino. Questo mi ha insegnato. Franco Battiato mi ha scelto per la mia vocalità: ho aperto i suoi concerti. Con Claudio Baglioni ho cantato a Lampedusa con brani miei e ho duettato in Poster. È un grande signore che ha una grandissima energia: ha fatto prove sotto il sole per poi cantare in concerto per 4 ore. Ron è una gentiluomo della musica italiana. Con lui ho duettato alla Musicultura Festival di Macerata. Andrea Boccelli è stato il primo che ho incontrato. Quando ho debuttato come cantante in Vaticano davanti a Papa Giovanni Paolo II e a 10 mila persone, in prima fila c’era Bocelli. Mi disse: ‘Hai una voce straordinariamente emozionante e comunicativa’”.
Cosa significa per te fare musica?
“La musica è stata una scelta coraggiosa perché ho studiato canto da grande. La musica per me è vita, comunicazione, espressione. Ed è il mio modo di raccontare il mio mondo esteriore ed è anche il mio modo per chiudermi dalle cose che detesto. Pensavo che la musica fosse il mio fine ma in realtà è il mio mezzo. Voglio trasmettere un messaggio di amore per la vita. Nonostante i dolori, la vita bisogna giocarsela e godersela fino in fondo. Bisogna amarsi fino in fondo e bisogna anche amare l’altro da te, il diverso. È un messaggio di umanità. Non amo i preconcetti e i pregiudizi e non mi pongo limiti. Amo anche il cinema e mi cimento nella composizione di colonne sonore per il cinema e i documentari. Nella mia seconda vita farò l’attrice”…
Magari anche in questa vita… In autunno uscirà il tuo prossimo disco: è previsto un tour?
“Covid permettendo, sì. Auspico di fare concerti con l’uscita dell’album”.
Qual è il sogno più grande di Silvia Nair?
“Voglio invitare la gente a sognare e questo è anche il messaggio del mio singolo. Chi sogna è vivo. Chi smette di sognare è una persona che esiste: è il sogno che rende vivi. ‘Sogno per vivere, sogno per correre finché fiato avrò’. Il sogno più grande è arrivare a un pubblico sempre più vasto ma sono ancora un’artista di nicchia. Non sono un’artista nazionalpopolare, per scelta. Ma adesso vorrei arrivare a più gente possibile perché il messaggio è forte e potente. Vorrei lasciare un segno, in modo tale da non aver vissuto invano”.