Se dunque, non vi è ancora certezza sui numeri dei decessi e sfollamenti, per il professor Chris Dickman di certo c’è che i sopravvissuti non saranno molti considerato che gli animali riusciti a scampare alle fiamme, non avranno avuto possibilità di trovare un riparo o fonti di sostentamento. Sempre il professor Dickman fu autore delle prime stime, ma le zone prese in considerazione erano soltanto quelle del Sud Galles e di Victoria. L’aria sottoposto al vaglio in questo report è, invece, ben più ampia: si parla di quasi 11,5 milioni di ettari.
Il dottor Van Eeden sul punto ha precisato: “Crediamo che le stime sull’intero territorio Australiano, circa gli animali colpiti dagli incendi, non siano mai state effettuate. Gli altri Paesi potranno utilizzare la nostra per cercare di comprendere e prevenire gli incendi boschivi“.
Il Ceo di WWF Australia, O’Gorman, ha riferito quale potrebbe essere la causa del costante aumento dei roghi. A suo avviso deriverebbero dal cambiamento climatico. Quanto emerso dallo studio, ha chiosato, sarà d’aiuto per scongiurare altri eventi drammatici come quelli registratisi in Australia.
La Legge ambientale Australiana consulti il rapporto
Dermot O’Gorman ha affermato che il report è stato depositato anche al fine di incidere su quella che è l’attuale legge sull’ambiente vigente in Australia: ossia la legge sulla protezione dell’ambiente e la conservazione della biodiversità (EPBC).
Il contributo del WWF è di vitale importanza, ha affermato il CEO, per andare ad apportare migliorie a questa legge. L’associazione ambientalista sarà sempre a supporto dei cittadini e della natura. Questo studio deve portare ad un percorso di ricostruzione dell’Australia saldo e migliore rispetto a quello precedente.
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Il rapporto dovrebbe essere completato nel corso della fine del prossimo mese. Ad ogni modo, come già riportato in premessa, i numeri ad avviso dei ricercatori non si discosteranno molto da quelli provvisori. Gli incendi in Australia hanno coinvolto 3 miliardi di animali e questo è il dato più alto mai registrato, quantomeno in epoca moderna.
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