Coronavirus. La corsa a chi troverà il vaccino efficace contro il virus che ha messo in ginocchio il mondo intero assomiglia ad una gara. Ecco i finalisti
Trovare un vaccino che possa frenare il Coronavirus ormai non è più solo un fattore di salute ma ha forti connotazioni economiche. La si può definire una vera e propria gara. L’Istituto Milken di Pasadena fa sapere che i concorrenti in questa competizione sono circa 200 ma solo una ventina sono arrivati alle fasi finali di sperimentazione.
Tra questi 5 sono approdati alla cosiddetta fase 3.
Nella fase 1 si esegue la prima assunzione del prodotto farmaceutico sperimentale da parte dell’uomo su un numero esiguo di volontari sani. Nella fase 2 si valuta la risposta indotta dal trattamento non trascurando gli aspetti legati alla sicurezza del prodotto. Di solito dura due anni. Nella fase 3 il prodotto viene somministrato ad un numero assai più elevato di pazienti (migliaia). Ha una durata in genere che varia dai 2 ai 4 anni. Capite bene come la necessità possa aver accorciato i tempi, suscitando non poche perplessità.
Tra i vaccini approdati a quest’ultimo step ci sono: tre di produzione cinese (due realizzati da Sinopharm nei laboratori di Wuhan e di Pechino, e uno creato da Sinovac); quello prodotto dallo Jenner Institute (Università di Oxford) in collaborazione con Irbm-Advent; di un vaccino americano prodotto da Moderna, società biotech di Cambridge, vicino Boston.
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Il sesto invece arriva sorprendentemente dalla Russia, in particolare dall’ Istituto Gameya di Mosca. Kirill Dmitriev (capo del Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif) che sta finanziando la sperimentazione del vaccino) ha dichiarato: “E’ un momento Sputnik.”
Si riferisce ovviamente al lancio da parte dei russi dello Sputnik, primo satellite artificiale messo in orbita al mondo, che sancì la vittoria dell’ex Unione Sovietica sugli Stati Uniti nel successo della prima operazione spaziale. “Gli americani furono secondi all’epoca, lo saranno pure oggi con il vaccino. La Russia arriverà prima.”
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Gli scienziati russi hanno accorciato i tempi sviluppando velocemente il vaccino basandosi su una versione modificata di prodotti già esistenti, realizzati per combattere altre malattie. Non è di certo un approccio nuovo nemmeno per gli altri paesi, tuttavia l‘OMS frena gli entusiasmi poiché è necessario che vengano superati tutti i test di sicurezza ed efficacia.
Secondo la Cnn, il vaccino creato dal Gamaleya Institute di Mosca, potrebbe essere addirittura disponibile entroil 14 agosto 2020.
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