Domani, domenica 2 agosto, sarà il 40esimo anniversario della strage di Bologna, il più grande atto terroristico del Dopoguerra
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Per le celebrazioni di quest’anno della strage di Bologna ci saranno coloro che sono sopravvissuti all’esplosione delle ore 10.25 di quel 1 agosto 1980. Le vittime furono 85 e i feriti oltre 200. Un medico che all’epoca dei fatti aveva 37 anni, Franco Baldoni, si trovava nella stazione emiliana con sua moglie dato che sarebbe dovuto partire per le ferie: si salvò grazie a una tazzina di caffè. Baldoni ha concesso un’intervista a ‘La Repubblica’ in cui ha raccontato di come una infermiera gli evitò di morire in quello che è stato il più grande atto terroristico della storia del Dopoguerra italiano.
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Il racconto del medico che si salvò dalla strage di Bologna
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Il medico aveva appena smontato dal turno di notte e a quel punto un’infermiera dell’ospedale dove lavorava, Maria Dolores D’Elia, gli disse che lo vedeva stanco e di prendere un caffè, una tazzina che Baldoni non sapeva ancora che gli avrebbe salvato la vita. Poi si recò con la moglie al binario e: “Un botto sordo, una cannonata, ci ha fatto accovacciare a terra, e da sotto i vagoni di un treno che ci ha fatto da scudo ci ha investito una folata di aria caldissima”. Quindi il ritorno del medico all’ospedale ‘Maggiore’ per assistere i feriti che arrivavano in massa. Nel nosocomio i suoi colleghi lo credevano morto e piangevano.
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Con Maria Dolores, Franco Baldoni ha raccontato di essere rimasto amico e a proposito di cosa le direbbe dopo 40 anni di distanza dai tragici fatti della strage di Bologna, il medico ha detto: “Non le direi niente, le offrirei un caffè”.