La scorsa settimana al centro delle polemiche erano state le dichiarazioni di Andrea Bocelli sul Coronavirus e la gestione del lockdown, ora tocca a Enrico Ruggeri con una controversa presa di posizione
Una pandemia che ha bloccato e continua a bloccare un mondo intero e che oltre a migliaia di morti e altrettanti disagi porta con sè anche numerose polemiche. La scorsa settimana il tenore Andrea Bocelli si era reso protagonista di una discussione pubblica, causata da alcune dichiarazioni rilasciate in Senato riguardo il Coronavirus e la gestione del lockdown che ha tenuto per alcuni mesi gli italiani bloccati in casa. Ora è la volta di Enrico Ruggeri che, sebbene non abbia ottenuto la stessa esposizione di Bocelli, ha rilasciato alcune forti dichiarazioni in un’intervista online.
Enrico Ruggeri: “L’emergenza è stata sfruttata per tenerci zitti e buoni”
Il cantautore durante un’intervista al giornale TPI ha affrontato l’argomento Coronavirus, affermando di non avere mai avuto paura della morte e di essere sempre in grado di mantenere la lucidità, ma soprattutto ha detto la sua sulla gestione del lockdown e dell’emergenza da parte delle autorità. “È successo, c’è stata un’emergenza, ma mi sembra evidente che l’emergenza è stata abbondantemente sfruttata a livello globale da chi ci guida e ci comanda per tenerci buoni e zitti sotto” ha dichiarato, spostando poi l’attenzione sui colleghi musicisti che secondo lui hanno adottato alcuni comportamenti solo per non perdere consensi. “Gli artisti, in questo, si sono ancora una volta dimostrati tutti molto impauriti e pronti a seguire la scia, ce ne fosse stato uno che, a rischio di prendersi critiche, si sia esposto“.
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Pur mettendo le mani avanti e affermando di non essere un esperto di virus, ha continuato parlando della gestione dell’emergenza e del “terrorismo psicologico” attuato per tenere buona la popolazione. “Mi sembra evidente che il Coronavirus sia stato preso come una palla al balzo per tenerci ulteriormente sotto, più di quanto già non si facesse in precedenza. Se affacciandoti alla finestra, durante il lock down, ti è capitato di vedere una ambulanza a sirene spiegate che procede con calma a quaranta all’ora in una strada deserta, magari, il dubbio che ci sia una volontà di terrorizzarci c’è“.
Spronato ad andare più a fondo Ruggeri arriva persino a paragonare quanto vissuto alla dittatura. “Ci siamo trovati di colpo a vivere in una condizione dittatoriale, seppur una dittatura che non è passata per un esercito ma attraverso una comunicazione di tipo vagamente terroristico. Ci mettevano paura e poi ci offrivano la scappatoia per salvarci, rinunciare alla nostra libertà, appunto“.
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Infine torna nella sua area di competenza, la musica, e nello specifico le condizioni e il futuro dei lavoratori del settore che vede piuttosto nero. “Nessuno ha provato mai a fare qualcosa per tutelare il nostro mondo prima, figuriamoci se ha senso farlo ora, che tutto sta crollando a pezzi”. Ruggeri ha poi sottolineato di aver preso le distanze dagli artisti che durante il lockdown hanno cercato di partecipare a eventi online, spronando le persone a restare in casa. “No, non ho partecipato a questo tipo di circo“, ci ha tenuto a sottolineare.
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