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Covid 19

Covid, pronta una “lotteria pesata” per la somministrazione del vaccino

Il Department of Critical Care Medicine della School of Medicine ha stilato una “lotteria pesata” con cui assegnare le dosi del vaccino anti Covid

Vaccino anti-Covid (foto dal web)

Ora che i numeri dei contagi stanno lentamente iniziando a calare a livello globale, si inizia però ad avere le prime avvisaglie su quali saranno le ripercussioni del virus in autunno con la ripresa del freddo. La questione del vaccino è una tematica scottante che ha fomentato tutto il mondo scientifico fino dallo scoppio della pandemia ma ancora non ci sono risvolti positivi, se non alcune sperimentazioni effettuate su persone volontarie che stanno testando i primi campioni.

Emerge però ora la questione spinosa della quantità che si riuscirà a produrre di vaccino, sempre considerando che verrà prodotto in tempi brevi, e la sua somministrazione. Le dosi saranno sufficienti per tutti o bisognerà scegliere? La questione quindi qui si trasforma da scientifica a etica, politica ed economica.

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I Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) statunitensi già in aprile avevano iniziato a stilare una “classifica preliminare” dei soggetti che si sarebbero dovuti “aggiudicare” la somministrazione del vaccino per questioni lavorative e impegno sul campo: tra questi i medici e i responsabili della sicurezza nazionale, seguiti poi dai lavoratori delle filiere più essenziali e dai soggetti più a rischio, tra cui anziani e pazienti con patologie pregresse.

La documentazione ufficiale però arriva dal Department of Critical Care Medicine della School of Medicine alla University of Pittsburgh, intitolato “Un modello di politica ospedaliera per un’equa allocazione dei medicinali per trattare Covid-19” e pubblicato dal New York Times.

Covid-19 (GettyImages)

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Se le riserve fossero insufficienti per trattare tutti i pazienti”, si legge nel lavoro, “bisognerebbe usare una lotteria ponderata o un sistema di riserve a categoria per far sì che le risorse siano allocate nel modo più equo possibile. I gruppi che dovrebbero avere la precedenza sono: 1) individui provenienti da aree svantaggiate e 2) i lavoratori essenziali, definiti dai settori essenziali necessari allo stato per non interrompere le operazioni fisiche durante la pandemia. È importante sottolineare che questa categoria non include soltanto gli operatori sanitari ma anche i lavoratori sottopagati che potrebbero essere socialmente ed economicamente vulnerabili, come i commessi dei supermercati, gli autisti dei mezzi pubblici, gli agricoltori e i custodi. Le persone con aspettativa di vita inferiore a un anno non dovrebbero essere escluse dall’accesso ai trattamenti, ma dovrebbero ricevere una priorità inferiore rispetto agli individui che non si trovano in fase terminale”.

Il vaccino verrà messo in palio come il premio in denaro alla lotteria

Vaccino anti-Covid (foto dal web)

Il sistema della “lotteria pesata” funzionerebbe come per una lotteria in cui viene messo in palio un premio in denaro. Non tutti i pazienti hanno uguali probabilità di vincere: le persone ricevono un numero di biglietti pesato rispetto all’appartenenza a una categoria a rischio o svantaggiata, tutti potenzialmente possono vincere (come alla lotteria) ma chi fa parte di queste categorie ha leggermente qualche chance in più.

Il gruppo di Pittsburgh, nel documento, ha stilato anche delle regole precise su come effettuare la distribuzione dei biglietti e il sorteggio, con tanto di tabelle e guida all’utilizzo.

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Il sorteggio, in particolare, fanno sapere da Pittsburgh “si può eseguire con un generatore di numeri casuali come quello di random.org; l’estrazione dovrebbe avvenire alla presenza di due testimoni e videoregistrata. Il sistema, tra l’altro avrebbe un altro vantaggio collaterale: con la lotteria sarebbe possibile per i ricercatori scoprire, in modo rigoroso, su quale sottogruppo di pazienti funziona meglio un vaccino o un farmaco, dal momento che una somministrazione condotta con questo criterio equivarrebbe più o meno a un trial clinico controllato e randomizzato”.

Coronavirus (GettyImages)

In Italia, in un’intervista rilasciata recentemente a Repubblica, Walter Ricciardi, l’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità, ha dichiarato che il vaccino una volta reperibile “verrà dato al personale sanitario, alle categorie a rischio, per età o patologie, e a militari e forze dell’ordine. Poi piano piano toccherà agli altri. Andranno organizzati i servizi sanitari, centri vaccinali e medici di famiglia, per coprire il più rapidamente possibile la popolazione”.

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