Onicofagia, disturbo complulsivo che spinge a rosicchiare le unghie. Ci hanno insegnato che sia sempre un male ma un nuovo studio aggiunge informazioni diverse
I momenti di forte stress e di ansia ma anche in quelli di particolare noia spingono molte persone a sfogare questi sentimenti sul proprio corpo. L’atteggiamento più comune è quello di mangiarsi le unghie. In termini più aulici si chiama onicofagia.
Rientra nel range dei disturbi ossessivo-compulsivi, un disordine che prevede (a vari livelli di gravità) il reiterare di un comportamento o di un pensiero in maniera ripetitiva per alleviare il momentaneo disagio. Atteggiamenti simili possono essere, per esempio, la suzione del pollice o l’azione di strappare le pellicine vicino al letto ungueale.
Quante volte, fin da bambini, se colti a mangiare le unghie siamo stati ripresi e scoraggiati dal portare avanti una simile abitudine? E a ben vedere, porta con sè vari rischi.
Oltre al dolore e al sanguinamento, è possibile arrivare al danneggiamento e deformazione delle dita. Inoltre la letteratura scientifica registra altre conseguenze importanti. Possono insorgere infezioni batteriche e micosi, lesioni gengivali, herpes labiale, distruzione della adamantina e sviluppo di carie. Germi e microrganismi ingeriti possono inoltre causare problemi allo stomaco.
Ci sono tutti i presupposti per dire che l’onicofagia è assolutamente un atteggiamento da scoraggiare.
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Tuttavia, un recente studio pubblicato sulla rivista Pediatrics ha portato avanti una tesi interessante che addurrebbe un fattore positivo in tale pratica. I bambini che hanno l’abitudine di mordicchiarsi le unghie hanno meno probabilità di sviluppare allergia e possiedono un sistema immunitario più sviluppato.
Malcolm Sears dell’ Università McMaster in Australia conferma che l’ esposizione precoce allo sporco favorirebbe la capacità di resistenza ad alcuni allergeni. “Ovviamente non suggeriamo ai genitori di favorire tali abitudini, riportiamo solamente dei dati.”
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La “teoria dell’igiene” afferma che luoghi troppo puliti e asettici ci abbiano resi più esposti a determinati rischi. Sembra un paradosso ma è proprio vero il detto “ciò che non ti uccide, ti rende più forte.” Va ricordato che le unghie sono due volte più sporche della mani poiché germi e batteri rimangono incastrati sotto di esse.
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