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L’avvocato della famiglia di Simonetta Cesaroni, la ragazza assassinata in via Poma nell’agosto del 1990, ha parlato della possibilità di riaprire l’inchiesta sul delitto.
Sono trascorsi 30 anni dall’omicidio di Simonetta Cesaroni, la ragazza 20 enne assassinata a Roma mentre si trovava in ufficio con 29 coltellate. Il caso, ribattezzato come il delitto di via Poma, è rimasto, nonostante anni di perizie ed indagini, senza un colpevole. In merito si è espresso il legale della famiglia Cesaroni, l’avvocato Federica Mondani che ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni dell’agenzia Adnkronos. Secondo il legale, tecnicamente l’inchiesta potrebbe essere riaperta, ma per farlo servirebbe un passo da parte della Procura.
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“Il delitto di Via Poma è una sconfitta del sistema giudiziario italiano, non si è individuato un colpevole“. Queste le parole del legale della famiglia Simonetta Cesaroni, l’avvocato Federica Mondani, in un’intervista rilasciata all’AdnKronos. La ragazza, che lavorava come contabile in uno studio commerciale, sito in via Poma a Roma, venne assassinata il 7 agosto del 1990 mentre si trovava in ufficio. La giovane venne prima colpita al capo e poi raggiunta da 29 coltellate. A 30 anni di distanza, il delitto è rimasto senza un colpevole, nonostante siano state seguite numerose piste ed effettuate diverse perizie. Il legale in merito ha affermato che, a suo avviso, sul caso si sarebbe potuto fare di più, magari coinvolgendo esperti, anche non italiani.
“Tecnicamente –aggiunge l’avvocato Mondani ai microfoni dell’AdnKronos– si può sempre riaprire l’inchiesta, la possibilità processuale c’è, ma servirebbe un passo da parte della Procura. Se lo Stato decidesse un approfondimento processuale dimostrerebbe un grande senso di civiltà“. Secondo il legale della famiglia di Simonetta, attraverso perizie di un maggior livello qualitativo si sarebbe potuto fare dei passi in avanti nell’inchiesta per trovare il responsabile di quell’atroce delitto.
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Infine, l’avvocato conclude affermando che era stato chiesto, come parte civile, di chiamare in causa altri periti ed esperti, anche oltre confine, ma ciò non è stato fatto. “Oggi– riporta AdnKronos– resta un grande dolore per la famiglia di Simonetta, il tempo non aiuta a superare le ferite“.
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