La Mayo Clinic ha lanciato uno studio pilota sul plasma iperimmune che abbassa la mortalità del 50% nei pazienti positivi al Covid
L’emergenza legata al Covid in Italia come nel resto del mondo non si è ancora fermata, anzi i malati sono ancora molti come quelli in terapia intensiva. Stando ai numeri odierni lasciati dal Ministero della Salute, i casi di persone risultate positive al virus sono saliti a 249.204, ossia 401 unità in più di ieri.
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Ancora in aumento anche i soggetti attualmente positivi che ammontano a 12.694 (+48). Sono 42 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, ossia 1 in più di ieri e si aggrava il bilancio dei decessi con 6 vittime che portano il numero complessivo dall’inizio dell’emergenza a 35.187.
Mentre le sperimentazioni sul vaccino continuano e anzi si inizia a parlare di un’ipotetica “lotteria pesata” non appena sarà pronto, anche se si stima non prima di un anno, stanno uscendo allo scoperto diversi studi scientifici su cure che porterebbero a benefici concreti. Tra queste c’è quella con l’uso del plasma iperimmune, ovvero utilizzando il sangue di pazienti ormai guariti in cui il plasma è ricco di anticorpi.
Lo studio pilota – che spiega come il plasma potrebbe ridurre la mortalità anche del 50% – arriva dalla Mayo Clinic statunitense e si tratta di una revisione di 12 studi sul tema con una campionatura di oltre 800 pazienti. L’età media dei pazienti coinvolti varia tra 48 e 70 anni ma tutti con una forma grave di Covid, con una maggiore proporzione di maschi nella maggior parte dei test. Terminati gli studi sperimentali si è vito come in questi pazienti trattati con plasma iperimmune la mortalità fosse scesa del 13% a differenza di quelli non trattati in cui restava del 25%.
“Gli studi mostrano risultati positivi in diversi Paesi – spiegano gli autori – e questo suggerisce che l’efficacia è notevole con diversi sistemi sanitari. Data la sicurezza della somministrazione del plasma il risultato che abbiamo ottenuto incoraggia all’uso come terapia”. Su questa terapia sembra crederci anche la Commissione Europea, che ha proposto a oltre 200 servizi di raccolta del sangue in tutta l’Ue finanziamenti per l’acquisto di apparecchiature per plasmaferesi.
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In Italia l’artefice di questo studio pilota è la Regione Lombardia ha dato esiti importanti. Il Corriere della Sera fa sapere che nelle terapie intensive la mortalità è passata dal 13-20% al 6% dopo la sua somministrazione. La sperimentazione è iniziata il 17 marzo ed è stata conclusa l’8 maggio, coinvolgendo 46 pazienti.
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