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Esisterebbe un dossier dell’Iss sulla cosiddetta Fase 3 dell’emergenza Covid-19: gli esperti avrebbero prospettato tre differenti scenari a seguito della completa riapertura e cinque possibili tipi di soluzioni per fronteggiare le eventuali criticità.
Porta la firma dell’Istituto Superiore di Sanità, il dossier riguardante la Fase 3 che sarebbe stato divulgato dopo mesi di riservatezza. Un documento che sviscererebbe tutte gli possibili scenari a seguito della completa riapertura e le cinque soluzioni per fronteggiare un’eventuale emergenza. A destare maggior preoccupazione negli esperti la riapertura degli istituti scolastici.
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Sono stati preventivati tutti i possibili scenari, da una seconda ondata alle soluzioni per fronteggiarla. Tutto racchiuso all’interno di un dossier, riporta Il Corriere della Sera, siglato Iss che fino ad oggi era rimasto segreto. Un prospetto di quello che potrebbe riverificarsi con il ritorno del freddo e della completa riapertura, comprese le scuole, e gli strumenti da porre in essere per scongiurare il peggio. Uno dei timori maggiori riguarda proprio gli Istituti Scolastici che a seguito della riapertura potrebbe far risalire l’indice di contagio.
Passando al punto caldo del dossier, gli scenari prospettati dall’Iss sarebbero Tre:
– PRIMO SCENARIO
Trasmissione localizzata è il termine focale. Significa che il quadro rimane nei limiti e si registrano solo dei piccoli focolai che contribuiscono all’incremento del valore dell’indice di contagio. La soluzione è quella di mettere in campo una fitta rete di controllo per rintracciare tutte le reti contatto si da scongiurare un dilagare del virus.
– SECONDO SCENARIO
Impennata di casi e drastico sconvolgimento del quadro epidemiologico generale. In questo caso, comunque, ad avviso dell’Iss non sarebbero necessarie misure straordinarie a livello Nazionale.
– TERZO SCENARIO
Seconda ondata e ritorno ai primi periodi di emergenza. Casi di contagio elevatissimi e pazienti gravi in sovrannumero.
L’Iss non si è limitata a prospettare i possibili scenari, ma anche ad elencare quelle che sarebbero le soluzioni individuate nel numero di cinque.
– PRIMO INTERVENTO
Agevolare la connessione tra Regioni, in modo da porre in essere una rete di cooperazione.
– SECONDO INTERVENTO
Per attuare il primo, quasi in forma sussidiaria, sarà necessario tenere la situazione sotto controllo. Come del resto sta già facendo il Ministero della Salute con le sue azioni di controllo effettuate settimanalmente. Come parametri vengono utilizzati 21 fattori e tramite l’applicazione di formule specifiche è possibile ottenere valori guida per comprendere il quadro.
– TERZO INTERVENTO
Si chiama “garanzia di comunicazione ufficiale” significa che tutti i dati relativi all’epidemia devono essere tempestivamente comunicati a livello centrale dalle unità locali e regionali. Ciò è fondamentale per aver ben chiaro cosa accade anche nel più piccolo angolo della Penisola.
– QUARTO INTERVENTO
Aggiornamento in tempo reale di ciò che accade all’interno degli istituti scolastici e di ciò che accade nelle Rsa. Queste ultime, in piena fase emergenziale, hanno rappresentato una delle più grandi criticità. Numerosi e letali i casi ivi registratisi.
– QUINTO INTERVENTO
Agire per potenziare i presidi sanitari che devono essere in grado di fronteggiare un’eventuale situazione di rischio. Soprattutto testare quella che è la loro capacità di fronteggiare situazioni critiche.
Nel dossier del’Iss, riporta Il Corriere della Sera, è sottolineata l’importanza di adibire un considerevole e sufficiente numero di posti sia nella terapie intensive che negli altri reparti. Non solo, anche sul fronte medicinali e personale infermieristico le strutture andrebbero potenziate. Come anche bisognerebbe riservare all’intero comparto medico dispositivi di sicurezza sufficienti, in primo luogo mascherine. Si ricorda la grande mancanza di queste ultime che nelle prime fasi dell’emergenza mandò in tilt il Paese.
La possibilità che in autunno si assista ad una recrudescenza del virus non è da escludersi. Eppure non parrebbe uno scenario altamente verificabile. A renderla un’eventualità non così remota, il fatto che in altre Nazioni già tale quadro si è manifestato.
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La criticità potrebbe essere acuita anche dal rientro a scuola di alunni, insegnanti e tutto il personale Ata. È proprio in quest’ambito che gli esperti notano la maggior possibilità di un riverbero a livelli importanti dell’epidemia.
In particolar modo parrebbe che la situazione più complicata sarebbe presentata dalla regionalità, ossia che in ogni regione si registrino differenti situazioni che potrebbero richiedere situazioni differenziate.
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