Fa discutere la pubblicazione del documento del cts che consigliava il governo di istituire la zona rossa a Nembro e Alzano
Le pubblicazioni dei documenti relativi alla fase pre-lockdown stanno alimentando grosse discussioni. Da un lato il documento indica chiaramente che il comitato tecnico scientifico aveva consigliato al governo di chiudere Alzano e Nembro all’indomani dei primi contagi. Dall’altro c’è la questione della chiusura dell’intero paese. Sempre i tecnici avevano consigliato, almeno inizialmente un lockdown per il solo nord del paese. Sul primo documento, Conte ha smentito di averlo mai ricevuto. E queste sono state le stesse parole che il premier ha riferito anche ai magistrati che stanno indagando sulla mancata zona rossa dei due comuni lombardi colpiti inizialmente dal contagio.
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Zona rossa, polemiche dopo la pubblicazione dei documenti
Intanto sulla questione dei comuni bergamaschi è intervenuto anche il capo della Protezione Civile di Alzano: “Zona rossa Alzano il 3/3? Era tardi. Chiudere il 3 marzo non avrebbe cambiato nulla, i buoi erano già usciti dalla stalla fin dal 20 febbraio“. Così il presidente della Protezione civile di Alzano dopo la diffusione del verbale di riunione del Cts che lo chiedeva. “Cercare colpe per quello che è successo – prosegue Rossoni – è difficile per la semplice ragione che nessuno sapeva a cosa si sarebbe andati incontro”. Sui molti contagi ad Alzano e nella vicina Nembro potrebbe avere pesato la riapertura dell’ospedale, chiuso poche ore prima causa Covid, il 23 febbraio.
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Intanto sulla vicenda del lockdown esteso a tutto il paese è intervenuto anche Salvini, di fatto contraddicendo quanto all’epoca dichiarava in merito alla soltanto ipotizzata chiusura del solo nord: Conte ha segregato mezza Italia. Se io vado a processo per aver trattenuto poche decine di immigrati qualche giorno su una barca, allora Conte deve andare al Tribunale internazionale per aver sequestrato mezza Italia”.
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