Numerosi gli incendi che in questi giorni, come spesso accade in estate, stanno distruggendo aree verdi del Paese. Le fiamme stanno avvolgendo riserve naturali, parchi e sterminando la fauna. Un fenomeno quello dei roghi che mette a repentaglio l’intero ecosistema, involgendo anche l’uomo. Da nord a sud, il frangente è drammatico, tanto che la città dell’Aquila ha richiesto al Presidente del Consiglio di dichiarare lo Stato d’Emergenza.
A denunciare il fenomeno, come ogni anno, Legambiente in persona di Stefano Ciafani, suo presidente. Stando a quanto riferisce l’associazione, tra il 2016 ed il 2018 sul territorio italiano si sarebbero registrati ben 13.219 incendi. Questi ultimi avrebbero le più varie origini e avrebbero visto 1.280 denunce, 57 fermi e 355 sequestri. Il numero elevati di focolai si è tradotto nella distruzione di 182.806 ettari di superficie.
Il commento di Stefano Cifani, presidente di Legambiente
Il Presidente di Legambiente, sul punto, ha affermato: “Nuovamente l’Italia torna a bruciare a causa dell’uomo. I roghi spesso sono di natura dolosa e criminale, appiccati per lucro, anche quelli di poco valore. Si pensi alla ripartenza del pascolo o addirittura vendette di privati nei confronti della pubblica amministrazione. Dare fuoco alle aree verdi non porterà nessuna ricchezza, ma solo perdite e desolazione sotto il profilo ambientale, paesaggistico ed economico”.
Stefano Ciafani si concentra poi su quelle che dovrebbero essere le soluzioni messe in atto. “Per eliminare gli incendi occorre collaborazione da parte di tutti. Sia a livello centrale che locale. In primo luogo ad agire dovrebbero essere le Regioni ponendo in essere misure calibrate, efficaci politiche di prevenzione si da evitarli e non da doverli spegnere”.
Purtroppo, fa giustamente presente il numero uno di Legambiente, una volta sedati i roghi ormai il danno è fatto. Ettari di boschi sono andati in fumo, flora e fauna sono stati devastati. Stefano Ciofani, afferma che proprio in quest’ottica di prevenzione, un ruolo fondamentale lo gioca la legge nello specifico la 68/2015. Quest’ultima ha introdotto all’interno del nostro ordinamento la figura degli ecoreati. Orbene, secondo Legambiente è giunto il momento che oltre l’incendio doloso, quando i danni sono ingenti ed il fenomeno più grave possa estendersi l’applicabilità della norma relativa al disastro ambientale a questi casi. La pena prevista può raggiungere i 15 anni di carcere.