Il Mad Lab di Siena e lo Spallanzani di Roma: primi in Europa a selezionare una linea di anticorpi monoclonali
Potrebbe essere davvero decisivo lo studio sugli anticorpi monoclonali: “copie” di anticorpi prodotte in laboratorio dai pazienti guariti o in via di guarigione da Covid19.
Si tratta di uno studio portato avanti da pochi gruppi di ricerca e che, a differenza del vaccino, potrebbe essere una soluzione più immediata. La somministrazione degli anticorpi, inoltre, potrebbe essere applicata in dosi ridotte riducendone, così, anche i costi di produzione.
I ricercatori dei team toscano e romano si dicono ottimisti sulla possibilità di utilizzo, oltre che su soggetti già colpiti, anche su quei pazienti sani, quali dottori e personale medico, esposti ad un rischio maggiore di contrarre il virus. Gli anticorpi monoclonali, infatti, proteggerebbero con effetti immediati per circa tre settimane: l’obbiettivo è anche quello di estendere la loro vita ad almeno sei mesi.
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Anticorpi monoclonali: i tempi di attesa
Anche il team di Giuseppe Novelli, dell’Università di Tor Vergata, sta lavorando su questi anticorpi, in collaborazione con le Università di Boston e Toronto. Negli Stati Uniti sono già state avviate le prime fasi di sperimentazione; si ipotizza che, nel giro di sei-dodici mesi, possano essere somministrati.
La sfida è anche quella di comprendere quanto effettivamente questi anticorpi possano essere efficaci: l’esperienza in merito anche contro altre malattie, come l’Ebola, ha rilevato comunque un successo su almeno la metà dei pazienti trattati.
Questi segnali, dunque, fanno ben sperare anche in soggetti più fragili, come gli anziani, sui quali la somministrazione di un probabile vaccino potrebbe non essere immediatamente risolutiva.
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