Giacomo Canale, chef di Viareggio, ha citato in giudizio Pier Silvio Berlusconi: tra i due intercorreva un rapporto di lavoro e ad avviso del cuoco il figlio del Cavaliere gli dovrebbe 700mila euro.
Uno chef di Viareggio ha avanzato ricorso, dinnanzi al Tribunale del Lavoro di Genova, contro Pier Silvio Berlusconi. L’uomo, che nel proprio atto introduttivo afferma di essere stato il cuoco personale del figlio del Cavaliere, ora chiede che gli vengano corrisposti 700mila euro, a titolo di straordinari, ferie e giorni di risposo non goduti.
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Una pretesa, quella di Giacomo Canale avanzata nei confronti di Pier Silvio Berlusconi non di poco conto. Si parla di 700mila euro, somma cui sarebbe giunto, insieme al proprio legale Claudio Lalli, calcolando ferie non godute, straordinari e lavori extra. Il rapporto di lavoro, riferisce lo chef nel proprio ricorso, sarebbe durato 20 anni: iniziato nel 1998 e terminato nel 2018.
Nello specifico si legge all’interno delle carte processuali, stando a quanto riporta La Nazione, che quello intercorrente tra lo chef e Pier Silvio era un rapporto di fiducia, giuridicamente inquadrato tramite contratti di mansioni. Significa che non vi era alcuna attinenza con la cucina, ma che Canale era legato alla famiglia del figlio del Cav una volta come falegname, una marinaio e via di seguito.
I rapporti tra Canale e la famigli di Berlusconi iniziano nel lontano 1994. A bordo della nave “Principessa vai via” il cuoco ebbe un incidente, cosi venne sostituito dall’odierno ricorrente allora 17enne e studente presso l’istituto alberghiero. Fino a quando il Cavaliere non decise di dismettere l’imbarcazione, Canale rimase il suo chef. Nell’anno 2007, si legge nel ricorso stando a quanto riporta La Nazione, lo chef di Viareggio viene contattato per riprendere a lavorare su uno yacht Berlusconi, questa volta del figlio Pier Silvio. Sino al 2010 Canale è dunque il cuoco della Suegno, dopo quell’anno e sino al momento del suo licenziamento, avvenuto nel 2018, sarebbe invece stato lo chef sempre di Pier Silvio, ma all’interno del castello Paraggi dove il figlio del Cavaliere vive insieme a Silvia Toffanin ed ai suoi figli.
Il legale di Massimo Canale all’interno del ricorso spiegherebbe, stando a La Nazione, quali sarebbero state le mansioni svolte dal suo assistito. Non solo si sarebbe occupato della cucina ma anche della spesa. Inoltre, i suoi commensali sarebbero stati non soltanto la famiglia di Pier Silvio, ma tutto il suo entourage compreso di guardie del corpo e baby sitter. L’avvocato all’interno del proprio ricorso riporta anche quelli che sarebbero stati ad avviso del suo cliente gli orari in cui venivano serviti i pasti.
Il rapporto tra Canale e Berlusconi Junior si è interrotto nell’ottobre 2018 quando è intervenuto il licenziamento. Ora però lo chef vuole ciò che a suo avviso gli spetterebbe a titolo di lavori straordinari, ore notturne, domeniche in cui avrebbe lavorato e ferie non godute, per un totale di 700mila euro.
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La prima udienza è fissata per il prossimo 16 marzo dinnanzi al Tribunale del Lavoro di Genova. Lo Chef Massimo Canale, per avvalorare la propria tesi ha chiamato a testimoniare in suo favore numerosi collaboratori della famiglia Berlusconi che possano confermare la sua versione.
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