Il virologo Fabrizio Pregliasco è stato ospite della trasmissione televisiva Agorà in onda su Rai 3 dove ha parlato dell’epidemia da Covid-19 diffusasi in Italia.
A livello europeo la pandemia continua a dilagare. L’Italia, tra tutti i Paesi del Vecchio Continente sembra quello meno attanagliato dalla morsa del virus, nonostante il numero dei casi abbia registrato una netta impennata. Nonostante ciò per le autorità sanitarie non vi sarebbe alcunché di critico.
A parlare dell’attuale quadro epidemiologico il professor Fabrizio Pregliasco, raggiunto dai microfoni della trasmissione Agorà in onda su Rai 3. Il noto virologo ha anche parlato della tanto temuta seconda ondata.
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Fabrizio Pregliasco: “Seconda ondata? Dato che si apprende dalle pandemie precedenti”
Che possa verificarsi una seconda ondata, è un dato che si apprende quando si prendono in considerazioni pandemie precedenti. Questo in sostanza quanto riferito dal virologo Fabrizio Pregliasco ai microfoni della trasmissione Agorà. Il tono del professore è sereno e lui stesso si mostra fiducioso ma al contempo cauto. “Siamo in grado di captare asintomatici e possibili focolai. Tuttavia se non agiamo sul sistema sanitario, evitando situazioni di contatto è plausibile ritenere che in inverno ci sarà una nuova impennata. Ciò in forza anche del fatto che saranno riaperte le scuole“. Ad avviso dell’esperto, in Italia non può parlarsi di vera e propria seconda ondata, piuttosto di oscillazioni della curva dettate da casi di importazione dall’estero e dal fatto che ora il virus sta colpendo i giovani seppur in modo meno aggressivo.
Gli italiani dovranno convivere con il virus a dispetto, afferma Pregliasco, di questo attuale movimento di pensiero diffuso che definisce “negazionismo pesante e strisciante”.
Il fatto che il virus non sia scomparso lo dimostrano i dati. Nella giornata di ieri, infatti, stando al bollettino divulgato dal Ministero della Salute i casi totali di contagio dall’inizio dell’emergenza erano saliti a 250.566. Di questi gli attualmente positivi erano 13.263 in totale. Ciò significava che nell’arco di 24 ore si erano registrati 310 casi. Numeri questi che riportano alla mente quelli di qualche mese fa, quando ancora il Paese attendeva trepidante la riapertura. Di certo, fortunatamente, i ricoveri in terapia intensiva ed i decessi sono molto minori rispetto a quelli registratisi all’inizio dell’emergenza.
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In merito all’utilizzo delle mascherine, il virologo ha affermato che di certo non è la tendenza estiva di quest’anno abbronzarsi con il dispositivo di sicurezza individuale, ma indossarlo come si fa con gli occhiali da sole è importantissimo, quasi imprescindibile.
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