Nel corso del lockdown per la pandemia da Covid-19, sono crollati i casi di morbillo: il periodo della chiusura ha coinciso con quello in cui questa malattia normalmente si manifesta.
Nel corso del lockdown, gli esperti del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC) hanno riscontrato un calo dei casi di morbillo. Una circostanza alquanto singolare, considerato che da gennaio a maggio è il lasso temporale in cui questa malattia si presenta con più frequenza.
Secondo un rapporto divulgato tramite pubblicazione su Eurosurveillance, è emerso che quest’anno si è registrato un netto calo dei casi di morbillo. Sono i valori più bassi registrati dal 2010.
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Erano 10 anni che non si registravano così pochi casi di morbillo nel periodo in cui questa malattia si presenta con frequenza. Si parla dei mesi da gennaio a maggio, che quest’anno è coinciso con il lockdown causa pandemia da Covid-19.
A rendere noto il dato Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC), il quale ha pubblicato il rapporto su Eurosurveillance. “L’alta stagione del morbillo” quest’anno ha registrato valori bassissimi: ad essersi manifestati solo 1.917 casi in ben 30 Paesi Europei. È dal 2010 che non si riscontravano valori minimi di tal genere. Inoltre, si è notato un drastico calo, nello specifico, tra il mese di gennaio ove i casi sono stati 710, mentre in quello di maggio 54.
Quanto all’Italia, anch’essa è rientrata in questa anomala inversione di tendenza. Nel Bel Paese sempre nei primi 5 mesi dell’anno sono stati 96, di cui 52 a gennaio – rispetto ai 152 di media- 35 a febbraio e solo 9 a marzo. Nei mesi di aprile e maggio, invece, nessuno.
Questo strano andamento del morbillo ha coinciso con il lockdown istituito sull’intero Stivale che potrebbe, quindi, aver avuto un’influenza di non poco conto. Basti pensare che nel corso degli anni passati, l’Italia rientrava nella cerchia dei Paesi più colpiti da questa malattia, a causa di diversi fattori. Tra questi, riporta Il Messaggero citando lo studio condotto dall’ECDC, buchi nell’immunizzazione, vaccinazioni sotto soglia. Variabili valevoli, ovviamente, anche per altre Nazioni.
A causa del lockdown più si andava avanti con i mesi, più i casi di morbillo diminuivano sino addirittura a toccare lo zero. E non si sarebbe trattato di una falla di comunicazione rassicurano gli esperti dell’ECDC, perché tutti i 30 Stati inclusi nella sorveglianza hanno assicurato che le informazioni in loro possesso sono state tutte trasmesse.
L’anomala inversione registratasi quest’anno collide con quelle che erano le previsioni formulate nel 2019 dagli esperti, che anzi prevedevano il rischio di un prolungamento dell’epidemia. Ma quali sono i fattori che hanno condotto a questo drastico calo?
Stando al rapporto pubblicato dall’ ECDC su Eurosorvillance, i motivi di questo drastico calo di casi di morbillo durante il lockdown sarebbero molteplici.
In primis, le analogie quanto a modalità di trasmissione con il Covid-19. Ciò significa che tutte le misure poste in essere per arginare il Sar-Cov2 hanno sortito il medesimo effetto con il morbillo. La chiusura delle scuole, ha ovviamente contribuito ad abbattere i casi di quest’ultimo, considerato che perlopiù rientra nella lista delle malattie infantili.
Riducendo il contatto umano, dunque, sono state diminuite anche le occasioni di contagio.
In secondo luogo, la pandemia ed il conseguente lockdown ha anche limitato il ricorso agli Ospedali ed ai medici di famiglia, pertanto è anche possibile che quest’assenza di contatto abbia influito sulle cure dei casi di morbillo. La pressione subita in piena emergenza dalle Strutture Sanitare causa Covid-19 ha quindi messo in tensione le cosiddette pratiche cliniche.
Inoltre, e ciò non è da sottovalutare, la telemedicina (la medicina a distanza) potrebbe aver inficiato le anamnesi e condotto ad effettuare diagnosi sbagliate. A ciò si aggiunge la possibilità che i pazienti non abbiano richiesto cure.
Infine, riporta Il Messaggero, sempre citando lo studio, non è da escludere un fattore fondamentale. Già prima della pandemia, le dichiarazioni dei casi di morbillo erano sottosoglia. Con la pandemia ed il lockdown è quindi possibile che il fenomeno si sia aggravato. Il personale sanitario potrebbe aver concesso priorità alla comunicazione di casi Covid, considerando quelli per il morbillo di secondaria importanza.
Eppure, ribadisce l’ECDC la vaccinazione non è da porre in secondo piano, così come lo è garantire una continuità dei sistemi di sorveglianza dei casi. Perché? Il motivo risiede nel fatto che un aggiornamento costante, agevola il lavoro degli esperti nell’identificare la matrice della malattia soprattutto per monitorare quale sarà l’andamento della curva del morbillo allorquando non sussisteranno più misure anti-Covid.
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La curva del morbillo, quindi, durante il lockdown ha subito un’innaturale deflessione perché è proprio in quel periodo che la malattia si manifesta con maggior numero di casi. I fattori, come poc’anzi esposto sono stati molteplici. Per l’ECDC è importante proseguire con il monitoraggio e non sottovalutare la patologia.
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