Rischio scontro: Ankara ha lanciato una spedizione nel Mare Egeo, supportata dallo spiegamento di navi militari. Atene la vede come una nuova provocazione
A sole 48 ore dalla prima chiamata alla preghiera, venerdì 24 luglio, presso la Basilica di Santa Sofia di Istanbul, recentemente trasformata in moschea, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha nuovamente fatto arrabbiare il suo vicino greco. Martedì Ankara ha annunciato con un messaggio sul sistema informativo marittimo internazionale Navtex la sua intenzione di effettuare, fino al 2 agosto, analisi sismiche, e ufficiosamente alla ricerca di idrocarburi, al sud e al ad est dell’isola greca di Kastellorizo. La nave esplorativa turca Oruç-Reis è a due terzi dal viaggio e si trovano nella zona marittima greca. Ankara ha da decenni contestato la delimitazione di queste acque territoriali.
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Rischio scontro tra Turchia e Grecia
Mercoledì anche Hami Aksoy, portavoce del ministro degli Esteri turco, è rimasto sorpreso dal fatto che l’isola di Kastellorizo, può offrire alla Grecia la sovranità sull’intera area circostante. Allo stesso tempo, diciotto navi della Marina turca vengono schierate nel Mar Egeo meridionale e due aerei F-16 turchi sorvolano i territori greci. Per Atene, queste azioni sono il segno di una “escalation di tensione nella regione” . Dopo la firma di un accordo marittimo turco-libico nel novembre 2019 che non rispetta le aree marittime greche, arriva l’invio di migliaia di migranti al suo confine terrestre a Evros a febbraio;
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poi la recente decisione di trasformare la basilica bizantina di Hagia Sophia nella moschea è, agli occhi del governo, una nuova provocazione che “mina la pace e la sicurezza nella regione” . Immediatamente è stato convocato un incontro tra i paesi membri dell’Unione per decidere il da farsi.
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M.P.