Una tranquilla cittadina in provincia di Alessandria scossa da un atroce delitto: due adolescenti, Erika ed Omar, massacrano mamma e fratello di lei
Era il 21 febbraio 2001 quando, la sedicenne Erika e il suo fidanzato Omar, uccisero a suon di coltellate la madre, Susy Cassini, e il fratellino di lei, Gianluca. La tragedia avvenne a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, suscitando particolare scalpore per l’efferatezza del crimine.
Intorno alle 20:30, Erika chiede aiuto ai vicini raccontando del massacro e inventandosene gli autori: due uomini di origine albanese. Dopo poche ore, però, le contraddizioni rispetto a quanto raccontato risultano inconciliabili con le tracce lasciate in casa e con quanto riveleranno le intercettazioni dei discorsi tra i due.
Dalla ricostruzione emerge che Erika è l’ideatrice, oltre che esecutrice del massacro, cui partecipa anche Omar, convinto dalla ragazza. I due ragazzi saranno condannati: 16 anni per lei e 14 per lui; oggi sono entrambi liberi per buona condotta, usciti dal carcere a distanza di quasi 11 anni lei e 9 anni lui.
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Delitto di Novi: quale il movente di Erika ed Omar?
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Poco chiare e poco convincenti risultano, fin da subito, le dichiarazioni di Erika che alterna motivazioni futili a ben altre intenzioni. Sembrerebbe, infatti, che la giovane non trovasse altra soluzione che convincere il proprio ragazzo ad aiutarla a sterminare la famiglia, per poter vivere serenamente il loro rapporto, ostacolato dalla severità della madre.
Un altro particolare agghiacciante riguarderebbe poi il padre: il folle delitto, infatti, avrebbe dovuto abbattersi anche su di lui. Quel padre, Francesco De Nardo, che le è stato sempre vicino durante tutti questi anni e che ha cercato sempre di proteggerla, nonostante tutto.
Oggi Erika e Omar, ormai liberi, si sono ricostruiti ciascuno separatamente una nuova vita: la donna, oggi trentacinquenne, ha conseguito una laurea durante la reclusione, non senza polemiche da parte dell’opinione pubblica, e si sarebbe sposata.
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