Il Silb Fipe, Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo, ha deciso di fare ricorso al Tar per riaprire le discoteche
Era solo di ieri la notizia della nuova chiusura forzata delle discoteche e sale da ballo in tutta Italia. L’aumento dei contagi legati al Covid ha spinto il governo e le regioni a decidere di tenere chiusi questi locali fino a nuova disposizione ma comunque non oltre il 7 settembre. Ha anche ribadito nuove restrizioni e obblighi sull’utilizzo delle mascherine all’aperto.
Il professore Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova così si era espresso: “Si tratta di un provvedimento coraggioso, coerente, che mette fine ad una babele di voci e di provvedimenti, e che sicuramente dà un segnale ai giovani, e avrà un impatto sulla trasmissione del virus”.
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Ma i gestori non ci stanno e solo dopo 24 ore fanno ricorso al Tar del Lazio e chiedono la riapertura immediata delle imprese coinvolte. Lo ha comunicato poco fa Maurizio Pasca, presidente del Silb Filp, l’Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo, mentre è ancora in corso il direttivo nazionale del sindacato per bloccare gli effetti dell’ordinanza del Ministero della Salute.
Maurizio Pasca spiega: “Abbiamo fatto un consiglio direttivo e abbiamo deliberato di fare un ricorso al Tar Lazio contro il decreto del Ministro Speranza. Lo presenteremo domani mattina per chiedere la riapertura immediata dei nostri locali“. E ha aggiunto: “Ci sono motivi infondati per la chiusura. Il distanziamento sociale non è mantenuto ovunque, basti pensare ai treni, agli stabilimenti balneari: perché penalizzare solo il settore dell’intrattenimento?”
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“Se c’è qualcuno che non rispetta le regole – ha detto Pesca – va sanzionato o chiuso, ci mancherebbe, ma non può essere penalizzato tutto un settore perché un singolo non rispetta le regole. Sono molti i gestori dei locali ad aver sanificato, ad aver misurato la temperatura all’ingresso e preso le generalità. Le azioni vanno adottate nei confronti dei singoli, non è giusto generalizzare. Così rischiamo di scomparire”.
Sempre ieri il sindacato Silb aveva dichiarato che, secondo una loro stima, con lo stop alle discoteche e sale da ballo “sono a rischio quattro miliardi di euro“. A tanto ammonterebbe il fatturato annuale di questi esercizi in Italia.
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