Giole. Parla la criminologa Roberta Bruzzone: «Viviana Parisi sapeva che sarebbe stato un viaggio senza ritorno». L’ipotesi di “suicidio allargato”.
Quello di Viviana Parisi sembra essere stato un “omicidio-suicidio”. A dirlo è la criminologa Roberta Bruzzone, che sta analizzando il caso della scomparsa di Viviana Parisi, avvenuta lo scorso 3 agosto insieme a quella del figlio, Gioele Mondello, di 4 anni.
La donna è stata vista l’ultima volta proprio il 3 agosto non lontano da Sant’Agata di Militello, mentre, dopo un incidente stradale, si allontanava con in braccio il figlio verso le sterpaglie ai lati della strada.
Mentre si attendono gli esiti sul ritrovamento di quelli che potrebbero essere i resti del piccolo Gioele, va avanti lo studio del caso. «É probabile che sia la stessa data di morte del piccolo Gioele, 4 anni, i cui resti sono stati ritrovati da un ex carabiniere non lontano dal traliccio dell’alta tensione da cui la donna potrebbe essersi gettata», ha affermato la criminologa Roberta Bruzzone.
Secondo l’esperta, già da quando si è allontanata da casa «Dicendo al marito che sarebbe andata a comprare un paio di scarpe mentre non l’ha mai fatto, Viviana sapeva che il suo viaggio sarebbe stato senza ritorno».
L’incidente con il furgoncino potrebbe aver accelerato la situazione ma «quando una donna ha incontrato un testimone che ha tentato di parlarle non ha risposto: un segno evidente che si trovava in piena crisi dissociativa e si stava avviando verso un altro luogo per attuare il suo intento suicida».
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In questo contesto, inoltre, Bruzzone afferma che la donna non si è mai separata da suo figlio. D’altra parte la “crisi mistica” diagnosticata a Viviana e documentata in un certificato trovato nell’auto «è in letteratura la causa più probabile negli scenari in cui a uccidere un figlio è il genitore. É la condizione più pericolosa che porta ai casi di “omicidio-suicidio” o di “suicidio allargato” di cui si parla in queste occasioni».
Roberta Bruzzone, tuttavia, ribadisce che «il piccolo avrebbe dovuto essere allontanato dalla madre visto che il quadro della dimensione delirante in cui viveva era chiaro, con fenomeni allucinatori e crisi psicotiche».
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D’altro canto la criminologa, esperta anche in psicologia clinica, aggiunge che «non è verosimile e non esiste in letteratura che da queste patologie si possa guarire nel giro di pochi mesi (l’ultimo ricovero psichiatrico di Viviana risale a marzo)».
Tuttavia l’atteggiamento del marito, Daniele Mondello, secondo cui Viviana non avrebbe mai fatto del male a suo figlio, è comprensibile. Secondo la Bruzzone «Non stupisce perché in alcuni momenti questi soggetti si mostrano apparentemente tranquilli e mostrano una certa lucidità che può ingannare un occhio non esperto».
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