Ilaria Capua su Twetter lancia una buona notizia, il virus sta mutando e sembra essere i fase di depotenziamento rispetto all’inizio
Sintesi sulla delezione. Lo sciame virale è fatto da una popolazione di ceppi virali diversi.
Buona notizia:
Un ceppo ha perso un pezzettino di genoma che ne regola la potenza: il motore virale va a tre cilindri ed in salita arranca.
Purtroppo i ceppi depotenziati sono rari. https://t.co/fTF0E3mKaX— Ilaria Capua (@ilariacapua) August 23, 2020
La virologa Ilaria Capua si è fatta sentire su Twitter in merito a un presunto depotenziamento del Covid negli ultimi mesi. Ecco le sue parole sul social: “Sintesi sulla delezione. Lo sciame virale è fatto da una popolazione di ceppi virali diversi. Buona notizia: Un ceppo ha perso un pezzettino di genoma che ne regola la potenza: il motore virale va a tre cilindri ed in salita arranca. Purtroppo i ceppi depotenziati sono rari”.
Uno studio internazionale dimostra che in una variante del virus c’è stata una modifica che crea difficoltà per replicarsi e lo rende meno patogenico. Una delezione di un frammento di proteina, la Nsp1, che però è quella che ostacola la nostra risposta immunitaria innata.
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Lo studio scientifico non ancora verificato e approvato dal mondo della scienza, che vedrebbe proprio una mutazione del virus in questi ultimi mesi. Questa mutazione lo renderebbe quindi meno aggressivo e virulento. Il testo è stato firmato da Robert C. Gallo, scopritore del virus dell’HIV, oltre agli italiani Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e Davide Zella, dell’Institute of Human Virology ma anche responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Lo studio ha esaminato le sequenze del genoma del virus provenienti dalla Cina e anche dai Paesi del Sud America, trovando appunto questa variante in moltissime zone del mondo. E “la cosa fa ben sperare visto che – come ha spiegato Robert C. Gallo – Nsp1 ha un ruolo centrale nell’ostacolare la risposta antivirale immunitaria innata”.
Il Covid inizia a perdere i pezzi? Secondo lo studio sì
“Questa delezione – spiega Davide Zella, che ha coordinato il gruppo statunitense – potrebbe influenzare la struttura della regione terminale della proteina, importante per la regolazione della replicazione virale e per l’effetto negativo sull’espressione genica dell’ospite”.
“La sostituzione dei due aminoacidi (KS) da Nsp1 di SARS-CoV (molto simile alla proteina di SARS-CoV-2) ha ristabilito buona parte dell’espressione dell’interferone alfa in precedenti esperimenti in laboratorio”. E poiché dall’interferone alfa dipende la risposta immunitaria innata del nostro organismo, questa delezione potrebbe ripristinare la risposta del sistema immunitario innato. E aiutarci non solo a difenderci di più, ma a contrattaccare il virus stesso.
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“Il nostro lavoro dimostra che il genoma del coronavirus sta cambiando profondamente – ha spiegato Massimo Ciccozzi – e, alla luce di questa scoperta, dovremmo indagare se i soggetti asintomatici o con pochi sintomi abbiano proprio questo particolare ceppo virale, o altre delezioni della proteina Nsp1. E cercare poi con studi di laboratorio di correlare questi cambiamenti in nsp1 con una minore patogenicità”.
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