Matteo Bassetti: “Il virus è mutato, ora abbiamo un nuovo ceppo”

Bassetti: “Gli studi scientifici ora dimostrano la mutazione”, infatti l’aumento dei casi non coincide con un picco di ricoveri

Oggi il Ministero della Salute ha diffuso come ogni giorno da inizio pandemia il numero delle persone risultate positive al virus, numero salito a 259.345 con un incremento di +1.270 casi. Aumentano soggetti attualmente positivi che ad oggi ammontano a 17.503 (+935).

Il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, è tornato a parlare oggi sulla sua pagina Facebook della mutazione del virus. Nell’ultimo post pubblicato il virologo ha scritto soddisfatto: “Ecco un dato che tutti aspettavamo e che alcuni di noi avevano ampiamente previsto già tre mesi fa…Dopo la carica virale ridotta (dimostrata dalle pubblicazioni dell’amico Massimo Clementi), ecco la dimostrazione che il SARScoV-2 è mutato. Diamo i numeri, ma diamoli bene! Se vogliamo fare informazione… altrimenti è terrorismo. Procurato allarme è una fattispecie di reato”.

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Il professore ha ancora una volta spiegato gli ultimi dati che vedono un aumento di soggetti positivi, sottolineando anche che i positivi non sono malati e che la maggioranza di loro adesso è asintomatica.

La mutazione trovata nel virus sembrerebbe renderlo MENO aggressivo e virulento. Ovviamente aspettiamo la pubblicazione su una prestigiosa rivista ad alto indice di impatto e anche altri studi simili. Il numero dei nuovi casi, 1.071 è il più alto da oltre due mesi, e risente pesantemente degli aumenti in Lazio (215 casi), Lombardia (185 casi) e Veneto (160 casi), che da solo fanno il 52.3% dei nuovi casi in Italia”.

Bassetti, la mutazione del virus è legata alla proteina nsp1

La notizia di Bassetti arriva proprio oggi che Francesco Vaia, Direttore Sanitario dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, ha comunicato che il giorno 24 agosto ci saranno le prime somministrazioni del vaccino tutto italiano anti Covid su 90 volontari.

Ma Bassetti prosegue nel suo post: “Va considerato sempre che molta parte dei decessi riguarda pazienti la cui infezione risale a vecchia data. Non è quindi questo un dato che può essere considerato come attuale, immediato. La LETALITA’ ricavata è pari allo 0,22%, in riduzione rispetto al dato della scorsa settimana (0,32%) e della precedente (0,4%)”.

A supporto della tesi di Matteo Bassetti arriva anche uno studio scientifico non ancora verificato e approvato dal mondo della scienza, che vedrebbe proprio una mutazione del virus in questi ultimi mesi. Questa mutazione lo renderebbe quindi meno aggressivo e virulento.

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Tra gli autori della ricerca anche Robert Gallo, scopritore del virus dell’HIV, oltre agli italiani Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e Davide Zella, dell’Institute of Human Virology ma anche responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Massimo Ciccozzi ha spiegato in cosa consiste lo studio: “Abbiamo scoperto che sta emergendo un ceppo che ha perso un pezzo: abbiamo rilevato la delezione nella proteina nsp1, implicata nella patogenesi del virus. Una modifica che può averne ridotto la letalità e potrebbe spiegare il limitato numero di decessi rispetto ai contagi che sembrano evidenziarsi in certe aree geografiche“.

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