Sarebbero in via di miglioramento le condizioni cliniche dell’ex pilota Alex Zanardi, vittima di un grave incidente verificatosi due mesi fa.
Sono trascorsi due mesi da quando il noto ex pilota Alex Zanardi è stato vittima di un gravissimo incidente registratosi nel corso di un evento sportivo di beneficenza. Le sue condizioni dapprima drammatiche oggi parrebbero essere leggermente migliorate. Dopo le operazioni cui è stato sottoposto, nei giorni scorsi il San Raffaele di Milano, ospedale presso cui al momento si trova ricoverato, ha diramato un bollettino nel quale ha spiegato che il campione paraolimpico sarebbe trattato con cure semi-intensive.
Per comprendere in cosa consista questo miglioramento Il Corriere della Sera ha raggiunto la dottoressa Rita Formisano, Primario di Neuroriabilitazione presso la clinica Santa Lucia di Roma.
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La dottoressa Rita Formisano, Primario di Neuroriabilitazione della Fondazione Santa Lucia di Roma, è stata raggiunta da Il Corriere della Sera. La nota esperta è stata intervistata per spiegare, a livello generale, cosa significa il passaggio di un paziente da un reparto di terapia intensiva a quello di cura con terapie semi-intensive.
La dottoressa Formisano ha immediatamente specificato che, non essendo al corrente del quadro clinico specifico di Alex Zanardi, non è possibile esprimersi puntualmente. Le sue sono state considerazioni generali. L’illustre medico ha spiegato: “In genere il passaggio da terapia intensiva a cure semi-intensive si registra quando il paziente non necessità più di una ventilazione meccanica per respirare. Si tratta – ha riferito a Il Corriere della Sera- di soggetti che, però, continuano ad avere bisogno del monitoraggio delle funzioni vitali. Ciò in quanto potrebbe verificarsi il nuovo bisogno di una ventilazione meccanica.”
Il primario ha altresì spiegato quale potrebbe essere l’ulteriore step di riabilitazione. “Ci sono neuroriabilitazioni di alto grado che tramite medici specializzati in diversi settori riescono a condurre al recupero di tutti gli organi e delle relative funzioni. In ogni caso il percorso è molto lungo, si tratta di mesi“.
Il Corriere della Sera ha poi interrogato la dottoressa Formisano in merito a quelle che sono le condizioni di chi si trova in reparti di terapia semi-intensiva e se tutti sono sottoposti a coma farmacologico. La dottoressa ha affermato che non è una condizione necessaria.
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Entrando nello specifico, è stato chiesto al primario quanto tempo risulta necessario ad un paziente con un fracasso facciale o un trauma cranico di rilevante entità a riprendersi. La dottoressa ha risposto che dipende dalla gravità e dalle successive complicanze. In ogni caso il percorso è lungo, si tratta di mesi.
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M.S.
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