Università, è fissata a settembre la riapertura tramite protocolli specifici che rispettino le misure anti-Covid. Tutte le linee guida del Ministero.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha pubblicato le linee guida per la “ripartenza in sicurezza” degli atenei. Tra le regole da seguire, obbligo di mascherine sia a lezione che negli spazi comuni e differenziazione tra vie d’entrata e vie d’uscita. Ospite al Giffoni Film Festival, il ministro Gaetano Manfredi ha sostenuto che il suo Ministero adotterà il “metodo Giffoni” per il distanziamento e la santificazione dei luoghi. Molte le critiche, soprattutto dal web, per quella che viene vista come una misura debole e totalmente inadeguata alle esigenze degli universitari.
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Università, le linee guida per la riapertura
Di seguito le linee guida per la ripartenza delle università:
- Obbligo di mascherina: la mascherina sarà obbligatoria in tutti i luoghi chiusi ed in particolar modo in aula, per l’intero svolgimento della lezione.
- Lezioni a numero chiuso: la capienza di ogni aula sarà ridotta al 50%, con il conseguente sbarramento una volta superata tale soglia. Per poter partecipare alle lezioni, gli studenti saranno dunque costretti a prenotarsi tramite piattaforme messe a disposizione dai singoli atenei.
- Didattica a distanza: sarà disponibile sia per chi non riuscirà a prenotarsi a lezione, sia per quei corsi che si terranno unicamente online. Il ministro Manfredi ha fatto sapere che verrà privilegia la presenza in aula delle matricole.
- Sanificazione aule e ricambio d’aria: ogni aula dovrà disporre di gel disinfettante
- Zone di entrata ed uscita separate
Ripartenza dell’Istruzione, molte le critiche
Molte le critiche che hanno seguito tale presa di posizione. Il sentire più diffuso è quello di un totale abbandono da parte delle istituzioni nei confronti di una categoria già così precaria come quella degli universitari. Lezioni online difficilmente accessibili ed mancato sostegno economico ai fuoriesce (che in molti casi hanno continuato a pagare affitti già eccessivamente alti prima della pandemia) hanno contribuito ad esacerbare gli animi. Molti si chiedono se non si potessero trovare soluzioni diverse per la riapertura, come un aumento del personale docente e degli spazi in cui svolgere le lezioni, magari tramite opere di ristrutturazione di edifici inutilizzati. Tutte idee che sembrano non aver sfiorato il governo (né quelli precedenti), più interessati a trovare semplicistiche soluzioni a problemi di sovraffollamento, piuttosto che a mettere in atto una vera e propria riforma dell’istruzione.
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