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Covid 19

Covid 19, un italiano che vive a Malta: Daniele ci racconta la situazione sull’isola

Intervista a Daniele Baraggioli, italiano che vive a Malta nell’era del Covid: “In fumo tutti i sacrifici di quattro mesi per via del turismo e della movida”

Daniele Baraggioli

L’emergenza sanitaria da coronavirus non si placa e nel cuore dell’estate torna a far tremare l’Europa. I contagi salgono in alcuni Paesi, più di altri, e alcune mete sono oggi considerate a “rischio”.

Tra questi c’è anche Malta, uno dei Paesi che nel cuore della pandemia ha gestito al meglio l’emergenza. Ad agosto però la situazione è peggiorata e c’è stata una decisa impennata di positivi. Diversi anche gli italiani che di ritorno dall’Isola dei Cavalieri sono risultati positivi al Covid.

Ma cosa accade davvero sull’isola? E qual è la verità sulla situazione Covid? Ce l’ha raccontato un italiano che vive a Malta ormai da cinque anni. Lui è Daniele Baraggioli che scelto l’isola come posto dove vivere insieme alla sua famiglia. Un luogo soleggiato e un ambiente internazionale dove far crescere i suoi due figli, oggi di sei e otto anni.

Daniele ha iniziato a lavorare con l’apertura di un cantiere, in società, per la produzione di gommoni. Messa da parte questa prima esperienza ha deciso di camminare da solo creando un cantiere dedicato alla riparazione dei gommoni e un’azienda di charter, diventando anche capitano.

A lui abbiamo chiesto di raccontarci come stanno le cose a Malta e come il governo sta affrontando questa seconda ondata di contagi. Non si è tirato indietro e ci ha parlato senza peli sulla lingua in una interessante intervista telefonica.

Ciao Daniele, innanzitutto come stai? Com’è la situazione Covid a Malta in questi giorni?

Secondo me la prima ondata è stata gestita in maniera magistrale. Solo i voli con la Gran Bretagna sono stati tenuti aperti fino all’ultimo quando tutte le altre destinazioni erano state chiuse e poi il lockdown totale. Il periodo tra marzo e giugno sono state registrate 9 vittime e relativamente pochi contagi se rapportati a livello mondiale. Fino al 21 di luglio i positivi erano solo 4. Poi per via della crisi del turismo e dell’intrattenimento in generale tutto è cambiato. I grandi eventi qui sull’isola sono gestiti da diverse compagnie che hanno forti legami con il governo laburista maltese. Sono loro che avevano grandi interessi a far tornare i turisti in massa sull’isola. Il primo cluster si è creato con una festa in piscina che ha contagiato circa 50 persone e poi altri diversi episodi come una festa di paese dove alcuni positivi hanno contagiato altre persone. E così ora Malta è uno dei focolai d’Europa perché purtroppo i controlli sono pochi.

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Gettyimages

Da persona che vive a Malta come percepisci questo specifico momento?

A mio avviso, visto che la comunità è molto piccola, la sicurezza viene prima di tutto. Allo stato attuale la situazione non ha, secondo me, un tasso alto di pericolosità perché i sintomi evidenti sono pochi e quasi nessuno delle persone contagiate sta male in modo grave da ricorrere alla terapia intensiva. Da quello che posso vedere io il virus sembra meno pericoloso rispetto a prima e se chi è entrato avesse il tampone negativo alla mano allora tutto sarebbe stato diverso. Ma questo non è avvenuto e si è pensato a fare le feste.

Alla BBC il Ministro del Turismo ha dichiarato che Malta ha seguito i protocolli ed è la destinazione regina dell’estate 2020, Covid free. Niente di tutto questo. Un’affermazione costruita ad hoc per invogliare i turisti a venire. Così non hanno fatto altro che rovinare il lavoro e le rinunce fatte in quattro mesi. In 15 anni Malta è diventata una delle realtà più ricche d’Europa ma questo tipo di azione non ha fatto altro che mandare in fumo i sacrifici fatti fino ad oggi. Non ha messo in pericolo solo i miei figli che per tenere le discoteche aperte probabilmente non andranno a scuola ma soprattutto la vita dei loro nonni, coloro che hanno fatto sacrifici per anni e oggi, chi lavora nel turismo e nel divertimento, non riesce a fare il sacrificio per una stagione?

Com’è dunque attualmente vivere a Malta?

Contraddittorio perché ci sono una serie di business che funzionano molto bene e altri che sono sull’astrico. È la parola principe di Malta: è tutto il massimo e il peggio. E vale anche in questo momento.

Cosa il governo sta facendo per cercare di arginare il contagio?

Niente! È stato costretto a prendere delle misure preventive, chiudendo i locali, dai medici. Sono loro che hanno minacciato di fare sciopero di massa se i club continuavano a restare aperti. Una delle ultime ordinanze prevede che i luoghi che servono cibo possono rimanere aperti. È così che le discoteche hanno iniziato a servire patatine fritte pur di restare aperte. Tutte strategie studiate per poter tenere aperte queste realtà gestite da gente vicino al governo, punto. Altra nota negativa è che nel numero dei contagi il governo non considera i migranti. Molte sono state le fughe, nei contegi non vengono considerate delle persone che comunque si trovano sul suolo maltese e in qualche modo possono contagiare. Io chiedo solo: facciamo le cose giuste al fine di andare meglio.

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Nei giorni scorsi, lo dicevi prima, i medici si sono scagliati di nuovo contro il governo. Posizione giusta secondo te?

Assolutamente sì! E penso che i risultati si vedranno tra un po’ di giorni. Ora si stanno facendo 2-3 mila tamponi al giorno con una media di 40 contagiati al giorno. Nessuno è in terapia intensiva e sembra che si dice un po’ la caccia ai fantasmi, con una carica virale che rimane alta ma che sembra essere meno pericolosa. Questo è quello che mi dicono i miei amici e clienti infermieri che lavorano in ospedale.

GettyImages

Ma in fin dei conti ci sono delle vere restrizioni?

Si alcune ci sono: la chiusura dei locali notturni e l’obbligo della mascherina al chiuso con 100 euro di multa per chi non rispetta l’ordinanza. Non ci sono però grandi restrizioni per chi entra a Malta, anzi sono gli altri Paesi che impongono leggi severe per chi torna da Malta. All’arrivo oltre alla scansione viene compilato un modulo nel quale si dichiara quale sarà la propria destinazione in modo tale da tracciare eventualmente le persone arrivate. Il problema vero è la gestione di questi moduli, messi tutti insieme, a migliaia e non so quanto sia efficace.

Che differenze vedi tra Italia e Malta nella gestione della situazione attuale?

Io sono stato in Italia due volte l’ultimo mese, in Sicilia e in Lombardia. Nell’isola pochi avevano la mascherina, ma è stata una delle regioni meno colpite dalla pandemia. In aeroporto nessun controllo sia in entrata che in uscita se non la scansione termica. Ad Orio Al Serio, invece, hanno fatto salire e scendere per file. Una modalità ordinata e contingentata e che si dovrebbe replicare anche alla fine della pandemia, secondo me. Vivendo la città, tutti attenti e molto diligenti, con la mascherina evitando affollamenti. Io credo che un po’ è anche colpa nostra, molto dipende dai nostri comportamenti. Anche se io sono nel focolaio maltese ho fatto il tampone e sono risultato negativo, mia moglie lo stesso. Non andiamo in giro con comportamenti scorretti. Fare la gara a chi suda di più.. è normale che la situazione degeneri. E quello che mi fa arrabbiare è proprio questo. Per lasciare aperti alcuni tipi di locali i miei figli rischiano di dover rimanere ancora a casa e non andare a scuola. Dovremmo limitarci perché il governo non ha preso le misure preventive necessarie? Non ci sto. Continuare con la didattica a distanza significherebbe non solo una difficoltà per i bambini, soprattutto quelli più piccoli, ma anche per noi genitori che dobbiamo restargli accanto e non riusciamo a lavorare appieno.

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(Pixabay)

Dopo diversi mesi di Covid free ora sembra che sia tornato di nuovo l’inferno. La tua soluzione per uscirne? Il futuro come lo vedi?

Dovrebbe esserci un lockdown per tutte quelle attività che portano il soldo facile come le discoteche, club e quant’altro, buona ristorazione con le dovute distanze e con abbassamento dei costi. Facciamo di nuovo abbassare i contagi verso le zero, evitiamo il turismo anche se rappresenta il 30% del Pil, e facciamo tornare tutto ad un modello decente. E poi per chi vuole venire a Malta l’obbligo del tampone: negativo entra, positivo no. Tutto molto semplice.

FRANCESCA BLOISE

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