L’Inps sta vagliando oltre tremila richieste di cassa integrazione pervenute: dubbi su possibili frodi
Sono 3075 le aziende al vaglio dell’Inps per accertare eventuale frode ai danni dello Stato per la richiesta della cassa integrazione; misura prevista dal Governo in seguito al lockdown. In tutta Italia, si sarebbero costituite aziende o, qualora già esistenti, avrebbero assunto dei lavoratori, tutti “stranamente” entro la data del 17 marzo, giorno della presentazione del decreto.
Le aziende avrebbero, così, assunto personale fittizio, tra famigliari e amici, al fine di beneficiare della cassa integrazione oppure sarebbero sorte ex novo entro il 17 marzo; si tratterebbe di aziende i cui settori risultano essere inconciliabili con il lockdown.
A svelarlo l’Huffington Post; una coincidenza piuttosto singolare questa, al punto da indurre l’Istituto ad inserire in una black list le imprese sospettabili. Sarebbe sempre in agguato, quindi, il tentativo di approfittare delle possibilità emanate dal Governo per poter permettere al nostro Paese una ripresa, dopo l’emergenza Coronavirus.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> DECRETO AGOSTO, IL NUOVO CALENDARIO DELLE TASSE PER LE PARTITE IVA
Richiesta cassa integrazione: nel mirino dell’Inps oltre tremila imprese
Il personale dell’Inps per le indagini, dunque, ha continuato a lavorare fino al 31 luglio, stilando un elenco delle possibili frodi; mentre quelli preposti all’accertamento delle stesse continuano ad effettuare gli appositi controlli sulle imprese già bloccate.
Da nord a sud, la circostanza riguarderebbe l’intero Paese, con la regione Sicilia e la sola Napoli e provincia in testa, che conterebbero rispettivamente 465 e 457 aziende sospette.
Seguirebbero poi, l’Emilia-Romagna (238), Roma (291), Milano (182), Puglia (158), Toscana (139), Calabria (119), Umbria (85), Abruzzo (56), Sardegna (55), Bolzano (42), Trento (27), Piemonte (22), Friuli Venezia-Giulia (20), Marche (19), Liguria (15), Veneto (13), Molise (8), Valle d’Aosta (1)
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> 400MILA POSTI GRAZIE AL BONUS ASSUNZIONI: LA STIMA DEL GOVERNO