Cosa è successo realmente quel 3 agosto? Sono tanti, anzi troppi gli aspetti che meritano di essere approfonditi. Quel che si sa è che nella galleria Pizzo Turda, all’altezza di Caronia, sulla Messina-Palermo, la donna tenta il sorpasso del furgone, poi urta su un fianco l’altro mezzo e la sua macchina inizia a sbattere, poi si ferma, sempre all’interno della galleria con una ruota scoppia. Sul furgone che ha investito ci sono due operai di una ditta che ha in appalto il Consorzio autostrade siciliane per lavori di manutenzione. Secondo quanto riferito dagli investigatori finora, i due operai scendono dubito dal mezzo, tutti e due da un lato, perché l’altro è bloccato, e corrono a piazzare i segnalatori per avvertire chi è in arrivo che c’è stato un incidente. Nessuno dei due verifica, invece, le condizioni della donna e del piccolo. Vedono in controluce uscire dall’autostrada soltanto la donna ma non il bambino. Per gli investigatori, nei primi giorni, i due operai non sembrano sospetti, non hanno aggredito la donna. Ma hanno detto tutta la verità?
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Intanto i segni interni all’auto, al vaglio della Scientifica di Palermo, indicano che il bambino è stato sballottato. Il cranio del piccolo non è ancora stato esaminato dai medici legali, che hanno iniziato l’autopsia lo scorso mercoledì 26 agosto, analizzando il torace e continueranno la prossima settimana.
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