Un marketing divertente ed innovativo quello di Starbucks, che fa proprio uno dei suoi più grandi stereotipi e lo trasforma in una pubblicità pro-mascherina.
Alzi la mano chi non ha mai visto il proprio nome storpiato da qualche commesso di Starbucks. La catena di bar famosa in tutto il mondo ha sempre fatto dei nomi scritti a pennarello sui bicchieri un segno distintivo del proprio lavoro e, tuttavia, non è raro che il nome riportato sul bicchiere non corrisponda affatto a quello dell’avventore che ha ordinato la bevanda. Essendo Starbucks una catena tipica delle grandi città, i suoi clienti sono per lo più turisti stranieri e i loro nomi risultano spesso incomprensibili ai poveri commessi della caffetteria. In tempi recenti, Starbucks ha fatto di questo suo “punto debole” un intelligente forma di “marketing anti-Covid”.
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Starbucks, la pubblicità che fa sorridere
“Mmphfffm” si legge, su una tipica tazza della catena, accanto alla scritta “Grazie per aver indossato la mascherina all’interno del negozio”. Da giugno, infatti, la mascherina è obbligatoria nei punti vendita Starbucks di tutto il mondo. Nell’ottica auto-ironica di Starbucks, il fatto che il cliente sia costretto a parlare dietro la mascherina legittimerebbe i commessi a sbagliare il suo nome. Una mossa intelligente e raffinata quella di Starbucks, in un periodo in cui la pubblicità è spesso indirizzata a strappare un sorriso.
Un esempio di utilizzo ironico (e nostrano) della pubblicità è quello di Taffo, l’agenzia di pompe funebri che negli ultimi anni ha spopolato sul web con i suoi contenuti ironici ed il suo “instant marketing”.
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