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Covid 19

Covid, lo studio italiano: “Ecco come si dimezzano le morti in terapia intensiva”

Uno studio tutto italiano del Sant’Orsola di Bologna ha individuato il motivo per cui in terapia intensiva è alta la mortalità nei pazienti affetti da coronavirus

La diagnosi precoce e il massimo delle cure potrebbero portare la mortalità dei malati di Covid a essere dimezzata nei reparti di terapia intensiva. Lo dice uno studio italiano del Sant’Orsola di Bologna. Questo studio ha dimostrato che il coronavirus danneggia le due componenti del polmone, gli alveoli e i capillari. Quando questo accade la mortalità dei pazienti è al 60% mentre se il virus colpisce o gli uni o gli altri la mortalità scende al 20%. Attraverso dei parametri è identificabile con facilità quando c’è il “doppio danno” e sono risultati importanti sia per le cure già esistenti che per i nuovi studi per le persone affette da coronavirus. Quindi riconoscendo i pazienti che hanno questo “doppio danno” sarà fatta una diagnosi più precisa e le terapie saranno ancora più efficaci. Ma in che modo?

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Ci sarà una diminuzione di pazienti ricoverati in terapia intensiva

terapia intensiva (GettyImages)

Usando le misure terapeutiche più importanti come la extra-corporeal membrane oxygenation ossia l’Ecmo, la ventilazione meccanica e ricoverando solo le persone con questo “doppio danno” in terapia intensiva. I pazienti con il “danno singolo” invece saranno ricoverati in sub-intensiva con la ventilazione con il casco non invasiva. Inoltre nel prossimo futuro i risultati dello studio consentiranno di capire in maniera rapida i pazienti su cui si potranno testare i trattamenti in via di sperimentazione con anticoagulanti in modo da non danneggiare i capillari polmonari.

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Terapia intensiva (GettyImages)

I pazienti su cui è stato eseguito questo studio sono 301 e si trovano al Policlinico di Sant’Orsola, l’Ospedale Maggiore, l’Istituto Clinico Humanitas, il Niguarda di Milano, il Policlinico di Modena, il San Gerardo di Monza e il Gemelli di Roma.

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