Molti pescatori delle isole Mauritius stanno cercando di salvare i delfini, dopo il disastro ambientale provocato dalla fuoriuscita di petrolio dalla portarinfuse giapponese Wakashio.
Prosegue incessante il duro lavoro di decine e decine di pescatori che sta cercando di salvare i delfini rimasti feriti per via della fuoriuscita di petrolio da una portarinfuse. Il disastro ambientale si è verificato a largo delle isole Mauritius, dove una petroliera si è incagliata alla barriera corallina lo scorso 25 luglio. Dopo la fuoriuscita del greggio dall’imbarcazione, i pescatori hanno già portato a riva 40 delfini morti ed altri feriti. Non è ancora chiaro, però, se ad uccidere gli animali sia stato il petrolio, come confermato da Jasvin Sok Appadu, membro del Ministero della pesca.
Leggi anche —> Riscaldamento globale, l’effetto negativo delle radici degli alberi
Disastro ambientale a largo delle isole Mauritius: prosegue il lavoro dei pescatori per salvare i delfini
Lo scorso 25 luglio, la petroliera giapponese Wakashio si è arenata, a causa del maltempo, alla barriera corallina a largo delle isole Mauritius. L’incidente ha provocato la fuoriuscita dalla portarinfuse di tonnellate di petrolio e gasolio che si sono versate in mare. Oltre ai numerosi granchi e pesci ritrovati deceduti, i pescatori delle isole africane hanno portato a riva circa 40 delfini morti ed altri feriti. Un impegno esemplare che sta continuando in questi giorni con i pescatori che stanno cercando di spingere oltre la barriera corallina i delfini in mare aperto.
Non è ancora chiaro se le cause del decesso dei mammiferi marini possa essere collegato al greggio versatosi nelle splendide acque delle Mauritius. A confermarlo, durante un’intervista all’agenzia Reuters è stato Jasvin Sok Appadu del Ministero della pesca. “Il rapporto preliminare dell’autopsia –spiega Appadu- ha escluso che il petrolio abbia avuto un ruolo, però, abbiamo inviato alcuni campioni dei delfini morti a La Reunion per determinare perché gli animali non potevano nuotare e il loro radar non funzionava“. Ad oggi, i veterinari che si stanno occupando dell’accaduto hanno esaminato solo due dei mammiferi marini morti, i cui resti mostravano delle ferite, ma nessuna traccia di idrocarburi. A breve, riferisce Reuters, dovrebbero arrivare i risultati su tutte le carcasse.
Leggi anche —> Inquinamento dei mari, pericolo guanti e mascherine
Per il disastro ambientale, migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per protestare chiedendo un’indagine su quanto è accaduto e le dimissioni del Governo. La preoccupazione non è legata solo ai delfini, ma anche per tutta la flora e la fauna della zona, che comprende numerose specie anche in via di estinzione.
Se vuoi essere sempre informato in tempo reale, seguici anche sulle nostre pagine Facebook, Instagram e Twitter.
M.S.