Bonus Pos: c’è il codice tributo per il credito d’imposta

Bonus POS: c’è il codice tributo per il credito d’imposta sui pagamenti con carta. L’Agenzia delle Entrate rilascia, infatti, il codice da inserire nel modello F24 sulle commissioni dei pagamenti con POS.

Bonus Pos: c'è il codice tributo per il credito d'imposta
Bancomat (foto Pixabay)

Com’è noto, il Bonus Pos è stato introdotto recentemente con il c.d. “decreto fiscale” con il duplice scopo di sostenere gli esercenti di piccole dimensioni e, al contempo, di combattere l’evasione.

Infatti, il Bonus Pos spetta ai commercianti che abbiano un volume d’affari inferiore a 400mila euro e prevede un recupero sui costi del POS pari al 30% delle commissioni addebitate per i pagamenti con carte di credito o debito.

La misura si applica alle operazioni effettuate dal 1° luglio 2020.

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Codice tributo per il credito d’imposta e procedura per ottenere il Bonus Pos

Bonus Pos: c'è il codice tributo per il credito d'imposta
Roma (foto Pixabay)

Il 31 agosto 2020 l’Agenzia delle Entrate ha emanato la risoluzione n. 48/E con cui ha istituito il codice tributo “6916”.

Pertanto, gli esercenti che possono ricevere il Bonus Pos, dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate tutte le informazioni richieste al fine di permettere la verifica dei requisiti.

Successivamente, gli esercenti potranno inserire nel modello F24 il codice tributo nella sezione “Erario”, nella colonna “importi a credito compensati” oppure nella colonna “importi a debito versati”.

Il credito d’imposta introdotto dal Bonus Pos è utilizzabile solo in compensazione, a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa.

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Bonus Pos: c'è il codice tributo per il credito d'imposta
Carta di debito (foto Pixabay)

Per usufruire dell’agevolazione devono trasmettere agli esercenti, su base mensile e per via telematica, l’elenco delle transazioni effettuate dovrà a tal fine essere trasmesso da parte dei prestatori di servizi di pagamento le informazioni relative alle commissioni addebitate, come previsto dal provvedimento della Banca d’Italia del 21 aprile 2020.

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