Orrore nelle campagne del salernitano: partorito e gettato in una siepe

Orrore in Campania. Partorito e gettato nella siepe: arrestati i genitori. Il neonato trovato morto a Roccapiemonte, nel Salernitano

Roccapiemonte, Salerno – foto da Il Roma

Orrore in Campania, nel salernitano. Trovato morto in una siepe un neonato a Roccapiemonte, presso un parco residenziale in via Roma. Arrestati i genitori dopo il ritrovamento avvenuto ieri sera. L’uomo, 47 anni, è in carcere a Salerno. La donna, 42 anni, invece, si trova in ospedale, piantonata dagli uomini in divisa dei carabinieri. Il neonato, invece, riceverà l’esame autoptico per capire se è nato vivo o morto. Una fase fondamentale per capire se i genitori lo hanno assassinato. Gli agenti sono certi che i genitori sia responsabili dell’abbandono. Entrambi risiedono, infatti, a pochi passi dal ritrovamento.

Leggi anche > Muore il volontario investito

Orrore nel salernitano e i dati italiani

bambini (pixabay)

In attesa di capire se in questo caso c’è stato un assassinio, quella dei bambini abbandonati è una piaga che fa ancora troppo poco rumore. Ogni Tribunale per i Minorenni ha il dato delle adozioni di minori non riconosciuti alla nascita realizzate nel corso dell’anno. Il dato nazionale si aggira intorno ai 1.000 neonati all’anno. Sugli abbandoni, tuttavia, non possono esistere dati ufficiali, ma le stime arrivano fino a 3 mila neonati abbandonati in Italia ogni anno. Sono stime basate sui dati diffusi nel 2012 dalla Società italiana di Neonatologia, secondo cui in Italia sono circa 3mila all’anno i neonati abbandonati e ritrovati, soprattutto vivi, ma anche morti.

Leggi anche > Nuovo incidente sul lavoro: un morto

bambini (pixabay)

Il 73% è figlio di italiane, il 27% di immigrate; le minorenni risultano solo il 6%; di questi abbandoni, circa 400 l’anno. Dati che chiaramente lasciano intendere che non si conoscono ancora numeri vicini alla realtà dei fatti.

Se vuoi essere sempre informato in tempo reale, seguici anche sulle nostre pagine Facebook, Instagram e Twitter.

Gestione cookie