Aumentano i contagi tra i dipendenti dello stabilimento Aia di Vazzola, in provincia di Treviso, dove ad oggi i contagi tra i soli lavoratori è salito ad oltre 200.
Continua ad aumentare il numero dei soggetti positivi al coronavirus legati al focolaio scoppiato in uno stabilimento Aia, nota azienda alimentare italiana, di Vazzola, in provincia di Treviso. Tra mercoledì e martedì sono risultati positivi 31 dipendenti dello stabilimento, numero che ha portato il totale dei lavoratori positivi ad oltre 200, a cui si devono aggiungere una cinquantina di familiari anch’essi successivamente contagiati. Dopo i primi casi di positività erano state introdotte nuove norme di sicurezza per cercare di limitare il contagio, ma la situazione continua a destare preoccupazione.
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Sarebbero oltre 200 i lavoratori positivi al Covid-19 dello stabilimento Aia di Vazzola, comune in provincia di Treviso. Aumentano, dunque, i soggetti positivi legati al maxi focolaio scoppiato lo scorso mese all’interno dello stabilimento della nota azienda alimentare italiana. Stando a quanto riferiscono i quotidiani locali e la redazione de Il Gazzettino, sono altri 20 i dipendenti risultati positivi ieri su 114 sottoposti a tampone a cui si aggiungono gli 11 individuati martedì su 219 esami. Anche per i soggetti in questione, tutti asintomatici, le autorità sanitarie hanno disposto l’isolamento domiciliare. In totale, dunque, i lavoratori positivi sarebbero 209, a cui si aggiungerebbero una cinquantina di familiari anch’essi contagiati. All’interno dello stabilimento lavorano complessivamente 675 persone, appartenenti ad una dozzina di nazionalità.
Il maxi focolaio era stato riscontrato nel corso del mese scorso ed in pochi giorni il numero dei tamponi positivi è salito, circostanza che ha incrementato il timore dei sindacati nonostante le rassicurazioni dell’azienda sanitaria locale che ha effettuato i controlli. L’Usl ha affermato, come riporta Il Gazzettino, che l’andamento della situazione è molto simile a quello visto nell’ex caserma Serena. Secondo l’azienda sanitaria nei prossimi giorni si assisterà ad una “progressiva negativizzazione” con il focolaio che andrò via via sgonfiandosi.
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Nel mirino dei sindacati vi sono le condizioni di lavoro all’interno dello stabilimento di Vazzola che sarebbero ritenute a rischio. “La produzione –denuncia Adl Cobas, come riporta Il Gazzettino– non si è mai fermata, a testimoniarlo sono gli stessi dipendenti. Quest’ultimi affermano che la misurazione della temperatura e l’obbligo del distanziamento sono diventati costanti solo dopo lo scoppio dei contagi“.
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