Rinvenuto enorme cratere: una voragine profonda 30 metri

In Siberia, all’interno della sua caratteristica tundra, è stato rinvenuto un enorme cratere profondo ben 30 metri: collegamenti con i cambiamenti climatici.

Cratere Siberia
Il cratere apertosi in Siberia (screenshot)

In Siberia, i geologi hanno effettuato una sconvolgente scoperta. Un enorme cratere, profondo ben 30 metri e largo 20, si sarebbe aperto nel cuore della tundra. Un fenomeno definito sinkhole, già al vaglio della comunità scientifica che sta cercando di comprenderne il nesso con i cambiamenti climatici.

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Siberia, enorme cratere profondo 30 metri avvistato nella tundra

Terra arida
(Getty Images)

Sarebbe colpa del metano che ribolle al disotto dello strato di permafrost ad aver aperto un enorme cratere nel cuore della tundra siberiana. Un fenomeno non singolare che gli esperti identificano con il nome di sinkhole e di cui starebbero cercando connessioni con i cambiamenti climatici.

In particolare, quest’ultimo appena scoperto sarebbe stato avvistato da un’emittente russa, riporta La Repubblica, che si trovava in elicottero per sorvolare l’area. Un luogo, dove precedentemente se ne era registrata la presenza di altri 8. Il primo di essi pare si fosse aperto nello Yamal, una penisola ove è sito uno stabilimento di petrolio.

In sinkhole è un fenomeno parecchio frequente, Con lo scioglimento del permafrost è, infatti, possibile che emergano queste profonde voragini. Stando alle parole degli esperti, questi crateri si formerebbero a seguito dell’esplosione di sacche di metano contenute nello strato ghiacciato. Quest’ultimo poi sciogliendosi renderebbe visibile il buco di proporzioni mastodontiche.

Resta però ancora ignoto se il sinkhole sia un fenomeno accelerato dall’innalzamento delle temperature. Il fattore che maggiormente desta timori negli scienziati è sicuramente quello della dispersione nell’atmosfera di gas nocivi che si sommerebbero ai già presenti serra. Un circolo vizioso che a sua volta altro non farebbe che foraggiare il surriscaldamento globale.

Effettuare una mappatura di questi crateri è un’impresa impossibile avrebbe spiegato all’emittente statunitense CNN Evgeny Chuvilin. La loro scoperta è il più delle volte casuale e quand’anche vengano rinvenuti è difficile che vengano segnalati. Ed infatti, la maggior parte di essi viene rinvenuta da braccianti e pastori che portano nella tundra le proprie mandrie alla fine dell’inverno.

Queste voragini a causa delle condizioni metereologiche, soprattutto della pioggia, straboccano d’acqua. Di conseguenza divengono veri e propri laghi nell’arco di pochissimo tempo.

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Secondo il professor Chuvilin, riporta Repubblica, le gelate che precedono la formazione del cratere sono repentine. Sarebbe pertanto difficile poter scorgere il fenomeno di nascita della voragine in diretta. La maggior parte di esse è infatti scoperta solo quando è ormai già aperta.

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M.S.

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