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Covid 19

Vaccino anti-Covid 19, Burioni: “Bisognerà convincere la gente a farselo somministrare”

Il professor Roberto Burioni, su MedicalFacts, si è espresso in ordine al vaccino contro il Covid-19 in generale ed alla possibilità che gli USA saranno in grado di somministrarlo già dal prossimo mese.

Il virologo Roberto Burioni (screenshot)

Il Professor Roberto Burioni, su MedicalFacts, ha voluto commentare la notizia in forza della quale gli USA sarebbero pronti a somministrare le prime dosi di vaccino anti-Covid già a far data dal prossimo mese. Una circostanza che a suo avviso avrebbe un risvolto positivo ed uno negativo. Sarebbe un ottima notizia perché vuol dire che la scienza avrebbe messo a punto in tempi record un qualcosa che invece richiede anni. Di contro però, e questo è un altro aspetto importante, su cui l’esperto si è soffermato, sarà difficile convincere i cittadini a vaccinarsi. Impresa ardua a suo avviso, considerando che non si è investito molto in sensibilizzazione e nel far comprendere quanto importante sia.

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Vaccino anti-Covid 19, Burioni: “Annuncio Usa può essere una buona ed una cattiva notizia

(Getty Images)

Gli Stati Uniti hanno annunciato l’arrivo delle prime dosi di vaccino contro il Covid-19 durante il prossimo autunno, una notizia che fan ben sperare, data la nuova impennata di casi di contagio registratasi in alcune Nazioni, Italia compresa. A commentare l’annuncio è stato il virologo Roberto Burioni, in un articolo pubblicato su MedicalFacts, rivista d’informazione scientifica da lui fondata. Secondo il virologo dell’Università San Raffaele di Milano, la notizia può essere interpretata sia in modo pessimistico sia ottimistico. Nel dettaglio, l’annuncio del vaccino potrebbe essere una brutta notizia, ad avviso di Burioni, poiché a novembre si terranno le elezioni negli Usa: “Per presidente uscente, Donald Trump – scrive il virologo- il potere di annunciare l’inizio delle vaccinazioni prima del voto sarebbe certamente un elemento che favorirebbe il suo successo“.

A parere dell’esperto, quanto affermato dagli Stati Uniti potrebbe rivelarsi una bellissima notizia, invece, per un motivo completamente diverso. Per spiegarlo nel dettaglio, Burioni parla di come vengono sperimentati i vaccini: “Prima ci sono due fasi in cui si valuta la sicurezza e – sostanzialmente – l’immunogenicità (fase 1 e fase 2). Queste sono state condotte e hanno dato ottimi risultati di cui vi abbiamo già parlato. Bisogna peò capire se il vaccino funziona e per farlo è necessario che vengano prese un gran numero di persone, divise in due gruppi, dei quali uno solo verrà vaccinato. In seguito si osserva l’incidenza della malattia nel gruppo vaccinato ed in quello dei non vaccinati. Se gli appartenenti al primo si ammalano meno (o non si ammalano per niente) il vaccino funziona“.

Per condurre un esperimento simile, scrive il virologo, è indispensabile che il Covid-19 continui a circolare, poiché se l’infezione fosse rarissima vi sarebbero problemi nel trarre conclusioni in merito al vaccino. In caso contrario, invece, si possono avere risultati affidabili sulla sua efficacia in poco tempo.

La conferma dell’efficacia potrebbe essere, però, vicina ed in questo caso la scienza, secondo il virologo, avrebbe messo in campo un vaccino in un tempo record, tempistiche  inimmaginabili  considerate sino a un anno fa una follia. “Avremmo -scrive Burioni nel suo articolo- a disposizione un’arma fantastica per combattere e vincere questo virus“.

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Burioni: “Bisognerà convincere la gente a farselo somministrare”

Burioni ha ammesso che, però, quando si otterrà il vaccino sussisterebbe un’altra problematica: “Bisognerà convincere la gente a farselo somministrare. I dati scientifici di sicurezza ed efficacia non basteranno, visto che in Italia un vaccino che protegge dal cancro, sicuro, efficace e pure gratuito (quello contro il papillomavirus) viene rifiutato dal 50% dei genitori“.

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Per concludere lo studio in tempi molto ridotti, conclude il virologo, sono stati spesi giustamente dei miliardi, ma nessun soldo per convincere la gente a farselo somministrare. “Per me –chiosa l’esperto- è uno sbaglio e il discorso ‘io me lo faccio, chissenefrega degli altri’ è completamente errato. Intanto incrociamo le dita e speriamo di avere quanto prima buone notizie“.

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