Il viceministro della salute Pierpaolo Sileri annuncia i tempi di uscita del vaccino. «Sono ottimista ma realista» dice. Intanto invita tutti a rispettare le regole.
Il viceministro della Salute si sbilancia sui tempi di uscita del vaccino. «Sono ottimista ma realista, e dico che non vi sarà prima della metà del 2021.
Insomma, per sconfiggere una volta per tutte il virus ci vorranno ancora diversi mesi, Un tempo durante il quale dovremo continuare a rispettare le misure di contenimento.
«La normalità si avrà qualora il virus dovesse mutare in una forma a noi favorevole, ma con i numeri che abbiamo servirà tempo» ha detto Sileri. E ha aggiunto «Credo che il prossimo anno avremo ancora la necessità di proteggerci».
Rimane la preoccupazione per le fasce più deboli, che dovranno continuare ad essere tutelate. «Non dimentichiamoci che questo virus colpisce in particolar modo gli anziani e coloro che hanno delle patologie pre-esistenti, sono loro che dobbiamo proteggere finché il virus circola» ha avvertito il viceministro.
Poi, interrogato sull’ipotesi di diminuire i giorni di quarantena ha proposto «sette giorni di isolamento, poi il tampone».
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Cosa succederà, invece, con la riapertura delle scuole? Il tema è scottante, e preoccupa tantissimi genitori che, tra timori e tentennamenti, rimandano i figli negli istituti. A tal proposito Sileri ha detto che «sarà fondamentale la fase di sorveglianza. Non credo che avremo una seconda ondata come quella di febbraio e marzo» e ha aggiunto che «L’impegno del nostro Servizio Sanitario nazionale al momento è basso perché i dati sono bassi, e finché la situazione è questa è sotto controllo».
Dunque, per tornare alla normalità assoluta bisogna avere pazienza e stringere i denti. Il vero problema, piuttosto, è il clima d’odio diffuso nella nostra società: «Sono rimasto atterrito sentendo una persona intervistata sull’uso della mascherina e dei vaccini per tutelare le persone immunodepresse, questa persona ha detto che in natura chi ha un problema viene lasciato indietro, è un problema culturale. Ovviamente i politici per primi dovrebbero dare il buon esempio da questo punto di vista» ha sottolineato Sileri.
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E a proposito di politici, sorge il dubbio sul pericolo di contagio rappresentato dalle votazioni. Anche su questo punto, Sileri si è espresso positivamente: «A votare si va in sicurezza, perché si entra in un ambiente protetto con determinate regole e personale addetto a vigilare. Sarà molto più facile controllare distanziamento, mascherine e gel igienizzante. Il voto procederà con estrema sicurezza ed estrema normalità. Siamo sicuramente in emergenza, perché la pandemia non è finita, ma distinguiamo l’emergenza dalla fase attuale, che è più un’urgenza: cercare di controllare i focolai affinché da lì non riparta l’emergenza che abbiamo vissuto in passato».
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