Una badante 46enne, residente in provincia di Torino, è stata posta agli arresti domiciliari con l’accusa di tentato omicidio per aver avvelenato un anziano di cui si prendeva cura.
Una donna di 46 anni, di origine peruviana, ma residente in bassa Valsusa, in provincia di Torino, è stata sottoposta alla misura degli arresti domiciliari dai carabinieri. La 46enne è accusata di aver fatto ingerire ad un anziano di 88 anni, di cui era badante, del liquido antigelo per auto. Il movente di quanto avrebbe messo in atto sarebbe legato a ragioni di natura economica. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la donna nel 2016 avrebbe indotto l’anziano a cederle gratuitamente la nuda proprietà della sua abitazione, senza avvertire della circostanza l’amministratore di sostegno da cui l’uomo era assistito.
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Aveva convinto l’anziano di cui si prendeva cura a cederle gratuitamente la casa in cui abitava, poi avrebbe provato ad avvelenarlo con del liquido antigelo per motori. Per queste ragioni, una cittadina peruviana 46enne, ma residente in bassa Valsusa, in provincia di Torino, è finita agli arresti domiciliari con l’accusa di tentato omicidio. L’indagine dei carabinieri, come riferisce La Stampa, è partita nel giugno dell’anno scorso, quando l’anziano di 88 anni era stato ricoverato in ospedale dopo aver bevuto il liquido per auto. L’uomo è rimasto in ospedale in gravi condizioni ed in prognosi riservata per molto tempo e, solo da poco è riuscito a riprendere le normali abitudini di vita.
In un primo momento si riteneva che l’88enne avesse bevuto il liquido per errore, scambiandolo per una bevanda contenuta in una bottiglia, ma le indagini degli inquirenti, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, hanno condotto alla badante. Quest’ultima, come riporta La Stampa, avrebbe avvelenato l’uomo di cui si prendeva cura per ragioni economiche legate alla cessione della casa in cui viveva.
Nello specifico, la 46enne, tre anni prima, nel 2016, avrebbe convinto l’anziano a cederle gratuitamente la nuda proprietà della sua abitazione accompagnando dal notaio. Il tutto senza contattare l’amministratore di sostegno che ha poi impugnato il provvedimento.
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Temendo che la cessione potesse saltare, dopo l’impugnazione, secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, la donna ha avvelenato l’anziano che ha rischiato di perdere la vita.
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