Altre novità vengono a galla all’indomani dell’omicidio di Willy Duarte, il ragazzo pestato a sangue durante una rissa a Colleferro
Il caso del ragazzo 21enne di origini capoverdiane, dopo l’omicidio avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 Settembre fa ancora discutere. Willy Monteiro Duarte non era un giovane qualunque, era dalla parte del giusto ed è proprio a causa di questo suo splendido “vizio” che ha pagato a caro prezzo la sua vita.
Il “pestaggio” avvenuto tra le strade principali della città di Colleferro, un comune quasi alle porte di Roma Capitale ha messo in campo addirittura pensieri contrastanti. Tutto il Paese è totalmente dalla parte dell’innocenza e dunque di Willy, che non aveva alcuna intenzione di “puntare” la vita di qualcuno, tranne che per una persona.
Si tratta della madre di Gabriele e Marco Bianchi, due dei 4 teppisti che hanno tolto la vita ad un ragazzo, così educato e gentile, la quale si è lasciata andare con una “scelleratezza” verbale. “Hanno ucciso un extracomunitario, che sarà mai…”, mai così tanto accento fu più macabro e fuori luogo da ascoltare.
Intanto le indagini proseguono e a distanza di quasi una settimana dall’omicidio, consumatosi quella terribile notte emergono nuovi particolari.
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Omicidio Willy, l’ennesimo movente di una notte farraginosa
Durante una rissa, consumatasi intorno alle 3.25 della notte tra il 5 e il 6 Settembre, nella città di Colleferro spuntano nuove dichiarazioni.
Mentre Willy Duarte interviene, nel tentativo di sedare quell’ingiustificato tafferuglio tra teppisti, amanti della “forza”, gli inquirenti scoprono una telefonata, con l’obiettivo di chiedere l’immediato soccorso al 112.
Le note vocali sono da scena cruciale di un film drammatico, da parte di un ragazzo che, considerato l’andamento critico, chiede con disperazione l’intervento delle forze dell’ordine. Dall’altra parte del telefono, gli esponenti militari cercano di localizzare l’indirizzo, in parte mostrato da quell'”anima pia”, ma al loro arrivo, il corpo di Willy è già supino a terra, senza vita.
Di seguito alcuni passaggi vocali durante quel piccolo, grande massacro. “Qui di fronte al Duedipicche, c’è un ragazzo che è stato menato. Correte subito vi prego, è grave..!!!”. La pattuglia in cerca: “Dove vi trovate…, cosa è il Duedipicche, un locale , un bar?”. Il ragazzo: “A Colleferro, si è un bar…”. Il militare: “Le serve anche un’ambulanza?” e il ragazzo conclude: “Si si subito, presto, per favore!!!”.
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Prima di riagganciare la chiamata, il piantone chiede un’altra informazione, “Com’è che si chiama lei?” ma non ottiene risposta. A quel punto il ragazzo riprende la parola e ricorda loro di aver visto una caserma della polizia di stato, alle spalle del movente. “Ok resti in linea, li allerto subito e chiamo anche l’ambulanza” – così termina la prolungata conversazione.
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