Omicidio Willy. Parla il padre di Mario Pincarelli, uno dei quattro ragazzi in stato di fermo per l’aggressione sfociata in tragedia ai danni del giovane di 21 anni
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L’omicidio di Willy Monteiro Duarte ha scosso l’opinione pubblica per l’efferatezza e la violenza con cui è stato compiuto. Il giovane di soli 21 anni è stato barbaramente picchiato a morte domenica 6 settembre a Colleferro. Quattro giovani di Artena sono in stato di fermo accusati di omicidio preterintenziale. Si tratta dei due fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia.
Stefano Pincarelli, padre di Mario, uno degli aggressori, ha affidato una testimonianza all’Adnkronos cercando di giustificare il figlio.
“Non si è accorto di nulla” – ha detto Pincarelli. “Mario sta sempre con amici fumati e che bevono.” L’uomo prosegue parlando anche dei suoi trascorsi con la giustizia e della sua gioventù turbolenta. “Quando ero più ragazzo ho avuto qualche problema con la legge. Poi ho messo la testa a posto. Mi sono fatto una famiglia e basta. Adesso ho 57 anni, il passato è passato. Ma Mario non c’entra con i miei problemi.”
Secondo quanto riportato da Stefano Pincarelli, il figlio Mario e Francesco Belleggia sarebbero stati coinvolti nella rissa fatale in un secondo momento. “Loro due stavano andando via. Altri due ragazzi hanno chiamato i fratelli Bianchi chiedendogli di intervenire. Se non l’ avessero fatto non sarebbe successo nulla”.
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Omicidio Willy. “Mario (Pincarelli) non si è accorto di nulla”
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Mario Pincarelli non si sarebbe nemmeno accorto che Willy Monteiro Duarte fosse morto, almeno secondo quanto testimoniato dal padre. Il genitore sottolinea il fatto che il figlio fosse tornato a casa in uno stato normale, tranquillo, accompagnato a casa da un amico. Non sarebbe rincasato con i fratelli Bianchi.
Secondo Stefano Pincarelli, Mario non avrebbe capito fino all’ultimo la gravità della situazione, pare che non si sia accorto nemmeno del corpo di Willy che giaceva a terra, esanime. Sostiene che il figlio non sia un tipo che fomenta la rissa, piuttosto è uno che si sa difendere. Viene dipinto come un bravo ragazzo. Il risultato però è che adesso c’è una famiglia che piange il proprio ragazzo, strappato alla vita in un modo così barbaro e disumano.
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“Mario rimasto agli schiaffi, alla rissa, del ragazzo per terra non se ne parlava” – continua Pincerelli padre. “I testimoni lo diranno che urlava agli altri di smetterla. Mario non è uno sanguinario che insiste. Solo si fa rispettare, sa il fatto suo».
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