L’Italia figura tra i Paesi più trasparenti nel comunicare i dati relativi alle emissioni inquinanti prodotte dalle industrie: l’indagine dell’European Environmental Bureau.
L’European Environmental Bureau, rete di ambientalisti che ha sede in oltre 30 paesi, ha creato una piattaforma a mezzo della quale rendere noti i dati sulle emissioni inquinanti prodotte dalle industrie. Si chiama Industrial Plant Data Viewer e consente ai cittadini di avere accesso a tutti i dati relativi al tema e notiziarli sull’impegno delle Nazioni nel prevenire l’inquinamento.
L’impianto normativo dell’Unione Europea impone che tutti i maggiori impianti rendicontino ogni anno le informazioni sulle loro emissioni. Tuttavia a seguito del lavoro svolto dall’European Environmental Bureau è emerso che numerosi sarebbero gli Stati che disattendono l’obbligo di trasparenza primo tra tutti la Germania. Tra i virtuosi, invece, figurerebbe l’Italia.
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La maggior parte degli Stati non rispetterebbe l’obbligo di trasparenza imposto dalla normativa europea nel comunicare le informazioni relative a quelle che sono le attività inquinanti delle grandi industrie. Questo quanto emerso all’esito della costruzione del Plant Data Viewer, da parte dell’European Environmental Bureau.
La rete di ambientalisti, infatti, nell’opera di costruzione del più grande database a mezzo del quale i cittadini possono aver contezza delle emissioni inquinanti delle grandi industrie, avrebbe riscontrato la grande violazione.
Numerosi impianti, infatti, non aggiornano i propri sistemi per prevenire l’inquinamento e le loro rilevazioni sono difficilmente individuabili. Molto spesso i dati non sono accessibili in quanto obsoleti e di scarsa quantità. In cima alla lista dei meno trasparenti d’Europa figura la Germania, mentre tra i più limpidi e virtuosi l’Italia insieme ad Irlanda, Repubblica Ceca e Croazia.
A commentare la circostanza Christian Schaible, responsabile delle politiche di EEB nonché del progetto di costruzione della piattaforma. “È inaccettabile – ha dichiarato-. I cittadini hanno il diritto di sapere se operatori ed autorità stanno facendo quanto in loro obbligo per ridurre l’inquinamento derivante dalle industrie“.
Se da un lato l’Europa può fregiarsi di Nazioni che, in linea con l’assetto normativo, rispettano gli obblighi di trasparenza, dall’altro non si può ignorare che le sue pratiche di monitoraggio siano di molto più obsolete rispetto ad altre parti del mondo.
L’EBB, infatti, riferisce che la Cina tramite la sua mappa “Blue Sky” interattiva ed aggiornata in tempo reale fornisce ogni informazione utile ai cittadini sulla purezza dell’acqua nonché sull’inquinamento atmosferico. Stesso discorso vale per gli USA che garantisce un rapido confronto con i Paesi limitrofi.
Ma quale sarebbe il motivo per cui l’Europa registra questo alto tasso di poca trasparenza nella comunicazione dei dati? Per Christian Schaible la colpa sarebbe da imputare agli Stati che mal hanno recepito l’obbligo normativo. Peraltro l’assenza di un unico database ed un atteggiamento morbido da parte dell’UE in caso di violazione, ampiamente aggrava il problema.
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Il responsabile dell’EBB ha concluso affermando che la Commissione Europa dovrebbe garantire l’applicazione delle leggi. Non si può ignorare tale comportamento se si professa una volontà di voler ridurre l’inquinamento ed abolire ogni sostanza tossica.
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M.S.
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