Le prime pagine di cronaca giornaliera si riempono dell’omicidio organizzato contro Pasquale Mangione, accusato di atti di molestia a donne sposate
L’omicidio di Pasquale Mangione ha radici antiche che si espletano in giro per l’Europa. Il noto imprenditore di Raffadali, in provincia di Agrigento è stato assassinato circa 9 anni fa e ancora oggi si parla del movente, organizzato per la sua morte.
L’omicidio si era consumato in contrada Modaccamo e a far venire fuori il suo nome è stato il figlio, dopo che la moglie le aveva donato il benservito dalla casa di proprietà. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è riconducibile al fatto che Pasquale era solito andare in giro a molestare mogli e madri di famiglia.
Il figlio si è vendicato del padre, perchè Mangione aveva addirittura preso di mira la nuora. Le sue efferate tentazioni sono finite persino sulle pagine dei giornali tedeschi, che in concomitanza della polizia di stato siciliana ha operato all’arresto di tre persone di stampo mafioso, coinvolte nel suo articolato caso.
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L’omicidio di Pasquale Mangione: il terribile epilogo
L’ordinanza di custodia cautelare ha emesso un mandato di arresto, dopo il benestare del pm di Palermo, Antonella Consiglio per attivare la squadra mobile e operare per l’arresto di tre indagati per l’omicidio di Pasquale Mangione.
La vittima con precedenti mafiosi era entrata, a causa delle sue malefatte familiari in giro per il “mondo”, in un contesto che ha coinvolto componenti della malavita. A distanza di anni dall’omicidio, uno dei pentiti, Antonino Mangione si è costituito alla giustizia, nonostante i precedenti di droga e traffico generale di stupefacenti.
Quest’ultimo non è parente della vittima, ma era entrato in un giro d’affari (si parla di circa 10.000 euro a testa) che ha coinvolto altri membri malavitosi, tra cui Roberto Lampasona e Angelo D’Antona (ora pregiudicati), inviati protagonisti dell’uccisione di Pasquale Mangione.
Pasquale, infatti era pedinato proprio per scoprire le sue abitudini di vita scellerate e il premio in denaro scattava solo dopo averlo ucciso e colpito ai testicoli. L’omicidio è avvenuto il 2 Dicembre del 2011 e secondo le parole di Antonino, i due mandanti per l’uccisione si erano messi in viaggio per scovarlo in una località di campagna.
D’Antona lo colpisce nelle zone vitali, ma Pasquale riesce in un primo tempo a scamparla e rifugiarsi in uno sgabuzzino, ma ferito a morte viene, facilmente raggiunto e essendo la sua arma, priva di bossoli ha ceduto inevitabilmente al secondo e definitivo colpo alle testa che gli è costata la vita.
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Il rinvenimento del corpo è stata una missione durata per giorni, per gli addetti alla sicurezza, mentre nel contempo alcuni cani randagi della zona hanno perseguitato atrocemente il suo corpo.
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