Le persone iniziano ad utilizzare molto meno le mascherine come dispositivi sanitari anti Covid, ma è importante continuare a farlo e la psicologia insegna come
L’emergenza Covid ha portato moltissime ripercussioni sociali tra cui quella dell’uso obbligatorio della mascherina nei luoghi chiusi o in ambienti troppo affollati per evitare situazioni di assembramento ed eventualmente la diffusione del virus. Dopo sei mesi dall’inizio della pandemia però molte persone iniziano a sentirsi sicure e a non indossare più con costanza la mascherina, cosa fare quindi in queste situazioni?
Ad esempio nella provincia di Sakarya, a nord-est della Turchia, è prevista una sanzione unica nel suo genere per chi è sorpreso senza mascherina nei luoghi chiusi. 900 lire di multa (circa 100 euro), quarantena obbligatoria di tre giorni e dieci libri da leggere. La singolare misura è stata annunciata qualche giorno fa dal governatore Cetin Oktay Yildrim tramite il suo profilo Twitter.
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Nei Paesi occidentali la situazione è un po’ diversa e non si è ancora ragionato sull’uso di costrizioni fisiche e pecuniarie per i trasgressori. Robert Klitzman, direttore del master in Bioetica presso la Columbia University, in un articolo pubblicato dal New York Times qualche settimana fa, ha analizzato le dinamiche sociali e psicologiche che spingono certi individui a coprirsi naso e bocca mentre altri a trasgredire alla disposizione nazionale e sanitaria.
“Le mascherine sono fondamentali per proteggere noi e gli altri dal Covid-19, ma a nessuno piace indossarle. Sono calde e scomode, impediscono la respirazione, appannano gli occhiali, nascondono le espressioni facciali, ostacolano la comunicazione e sono scomodi”, scrive Klitzman.
Quali input utilizzare per convincere le persone ad utilizzare le mascherine?
“In qualità di psichiatra ho anche visto come creano complesse dinamiche interpersonali” – scrive ancora Klitzman. “Molte persone esitano a indossare mascherine a causa delle implicite pressioni del gruppo e delle preoccupazioni su ciò che gli altri potrebbero pensare. Fondamentali per il cambio di abitudini le campagne di salute pubblica”.
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Ma allora quali messaggi andrebbero veicolati per incentivare l’uso della mascherina? Le campagne di salute pubblica quindi in primis in quanto veicolano messaggi che sono assimilati come corretti nel tempo. “Il fumo ad esempio da cool è diventato ampiamente disapprovato, anche se ci sono voluti anni di ricerca medica e campagne di salute pubblica. Prima dell’11 settembre, si poteva lasciare momentaneamente la propria valigia nel terminal dell’aeroporto per andare in bagno; ora ciò scatena la paura e l’intervento della polizia, concetto rafforzato dagli incessanti messaggi pubblici incessanti: ‘Se vedi qualcosa, dì qualcosa”.
Infine studi psicologici spiegano che più le persone vedono gli altri con le mascherine, più è probabile che ne indossino una. “L’esposizione a gruppi che si coprono il viso – conclude lo psichiatra – fa sentire le persone meno strane nel farlo”.
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