Pensioni dal 2021: ci sono varie opzioni sul tavolo dopo quota 100.
Governo e sindacati si stanno confrontando sul dopo quota 100 già da alcuni giorni e, più in generale, sulle prospettive previdenziali del 2021.
Nei primi mesi del prossimo anno, infatti, si attende la riforma previdenziale.
Da un lato si arriverà al termine della sperimentazione della quota 100; dall’altro una riforma delle pensioni è ormai in ogni caso attesa.
Appare chiara fin d’ora l’impostazione che il Governo intende dare alla nuova normativa: non ci saranno misure che impattano in modo incisivo sui conti pubblici.
Cgil, Cisl e Uil puntano al ritorno a un sistema flessibile di uscite dal mondo del lavoro. Tuttavia, è chiaro che si dovrà tenere conto anche dei vincoli di finanza pubblica a causa del Covid.
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Le ipotesi in punto pensioni più probabili
Ci sono già ad oggi, tuttavia, alcune ipotesi maggiormente accreditate.
La prima è quella che prevede la possibilità di accedere alla pensione con i seguenti requisiti: età pensionabile tra i 62 e i 63 anni, con almeno 36 o 37 anni di contribuzione, nell’ambito di un meccanismo flessibile d’uscita.
In questo caso, sarebbe applicata una penalizzazione del trattamento di circa il 2,8-3% per ogni anno d’anticipo rispetto al limite dei 67 anni per il pensionamento di vecchiaia.
In base alla Quota 102 l’età anagrafica necessaria per la pensione sarebbe di 64 anni e non 62.
Il requisito contributivo rimarrebbe quello del versamento di almeno 38 anni di contributi.